Caso Ruberti, il business delle polizze alle Asl dietro le minacce dopo il vertice al ristorante

La vicenda dell'ex Capo di Gabinetto del Campidoglio. Parla l'assicuratore coinvolto: «In regola i nostri contratti»

Caso Ruberti, il business delle polizze alle Asl dietro le minacce dopo il vertice al ristorante
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 22 Agosto 2022, 06:57 - Ultimo aggiornamento: 11:40

La presunta proposta che Albino Ruberti minaccia di rivelare a tutti, le polizze assicurative e gli eventuali ricatti che potrebbero aver preceduto la pubblicazione del video. Sono questi i punti attorno a cui ruota l'inchiesta avviata dalla Procura di Frosinone sulla vicenda del filmato che immortala l'ex capo di Gabinetto del sindaco di Roma, al termine di una cena in un ristorante del capoluogo ciociaro, minacciare di morte il broker assicurativo Vladimiro De Angelis (fratello del più noto Francesco, esponente di spicco del Pd e presidente del Consorzio industriale del Lazio) e Adriano Lampazzi, sindaco di Giuliano di Roma. Si tratta per ora solo di un'indagine conoscitiva.

Caso Ruberti, verifiche sui fratelli De Angelis e sulle polizze della Asl

Allo stato non ci sono elementi per formulare eventuali ipotesi di reato.

Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Adolfo Coletta, magistrato di lungo corso. La Procura si è mossa come atto dovuto vista l'eccezionalità del caso che vede coinvolti figure politiche di primo piano che rivestono anche la qualità di pubblici ufficiali. Alla cena, oltre a Ruberti, i fratelli De Angelis e Lampazzi, erano presenti la consigliera regionale Sara Battisti (compagna di Ruberti) e altre persone vicine al Pd frusinate.


SENTITI I PRIMI TESTIMONI
L'indagine della Procura, affidata alla Squadra Mobile, dopo l'acquisizione del video, è partita dai testimoni. Alcuni sono stati già sentiti a sommarie informazioni. Da loro gli inquirenti vogliono sapere se è vero, come giurano i protagonisti del caso, che a scatenare la rabbia di Ruberti (Inginocchiatevi! Vi sparo) sia stata solo una disputa sul rigore del derby Roma-Lazio. Una versione che contrasterebbe con il senso di una frase dell'ex capo di Gabinetto: «Lo dico a tutti quello che mi ha detto». A dire questa cosa, si presume sconveniente, sarebbe stato Vladimiro De Angelis, che però nega di aver fatto una proposta indecente riguardante presunti contratti con il Comune di Roma: «A tavola c'erano una ventina di persone e non ho parlato di lavoro o politica. Il comune di Roma ha una propria compagnia assicurativa a capitale pubblico della quale è maggiore azionista». La circostanza è stata smentita dallo stesso Ruberti.

 

E sulla questione delle polizze si è mossa la Regione. L'assessore alla sanità Alessio D'Amato ha chiesto una verifica alla Asl di Frosinone sui contratti assicurativi, alcuni dei quali affidati alla Unipolsai, compagnia di cui è agente principale in Ciociaria Vladimiro De Angelis. Dai controlli è emerso che la Asl, nel dicembre del 2021, per i servizi assicurativi ha indetto una gara d'appalto divisa i sei lotti: tre di questi, per il valore di circa 470mila euro di cui 449mila per l'antincendio, sono stati aggiudicati alla Unipolsai. Nei cinque anni precedenti, invece, i contratti venivano stipulati a colpi di proroghe e affidamenti diretti, buona parte a favore alla Unipolsai. La stessa compagnia gestisce contratti in svariati Comuni e aziende pubbliche della Ciociaria. Vladimiro De Angelis però chiarisce: «La mia è un'attività solida che annovera fra i suoi clienti oltre 40.000 privati e, come è naturale, alcuni enti pubblici, tutti acquisiti nel rispetto delle normative e della legge».


IL FILMATO E I VELENI
Infine c'è la questione del video. A girarlo sarebbe stato un residente del centro storico incuriosito dal caos che proveniva dalla strada. Poi il filmato è finito nelle mani di alcuni personaggi che gravitano attorno al mondo della politica frusinate. Nel capoluogo ciociaro era in corso la campagna elettorale per le amministrative e qualcuno offrì il video al centrodestra allo scopo di screditare il Pd (e il suo leader locale, Francesco De Angelis) che concorreva per la carica di sindaco con l'avvocato Domenico Marzi. L'entourage dell'allora candidato e ora sindaco Riccardo Mastrangeli respinse al mittente la polpetta avvelenata. Che invece è venuta fuori, due mesi dopo, alla vigilia di un'altra campagna elettorale. La Procura vorrà capire anche per quali mani effettivamente sia passato il video e se lo stesso, visto il clima di veleni, sia stato utilizzato per eventuali ricatti, politici o di altra natura.
 

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