Roma, la truffa dello yacht veloce per la Sardegna: ex assessore condannato

Roma, la truffa dello yacht veloce per la Sardegna: ex assessore condannato
di Marco Carta
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Martedì 9 Giugno 2020, 14:33

Doveva essere uno yacht all'avanguardia, capace di raggiungere la Sardegna in meno di un'ora dal porto di Civitavecchia. Invece era un vero e proprio vascello fantasma, progettato solo per prendere i finanziamenti della Regione Lazio, attraverso un sistema di false fatturazioni. Centinaia di migliaia di euro, per un prototipo mai costruito, che sono costati caro all'ex assessore al bilancio del Comune di Civitavecchia, il pd Tiziano Cerasa, ieri condannato a due anni e sei mesi per concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, insieme ad altre 4 persone. I fatti hanno inizio nell'agosto del 2009, quando l'Eurosea Technology, di cui Tiziano Cerasa è socio di maggioranza e amministratore di fatto (Celeste Villotti, condannato a un anno e 4 mesi, è il rappresentante legale), presenta «domanda per il finanziamento per l'innovazione nautica alla Regione Lazio attraverso l'agenzia sviluppo Italia S.P.A.», come si legge nelle carte. Progetto ambizioso: la realizzazione di un prototipo navale di gran lusso, in grado di viaggiare oltre gli 80 nodi. Sulla carta, tutto procede a gonfie vele. Tre anni dopo, nel luglio del 2012, viene formulata anche «una richiesta di erogazione di stato avanzamento lavori, a fronte dei costi sostenuti per la costruzione dell'imbarcazione denominata TN 46 Eurotec». A garanzia dell'investimento, vengono depositati contratti faraonici e fatture per oltre un milione di euro, con altre società del settore. C'è problema: la barca non esiste.

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LE INDAGINI
Quando gli ispettori della finanza vanno al cantiere, quello che doveva essere un prototipo in fase avanzata di realizzazione è in realtà un relitto. Al cantiere prendono tempo: la nave sarebbe in Turchia. Ma l'imbarcazione, che risulta venduta a un armatore turco, non è la stessa de finanziamento. Per compiere il raggiro, Cerasa, per il quale il pm d'aula Mauro Masnaghetti aveva chiesto 6 anni di reclusione, si sarebbe «avvalso di fatture relative ad operazioni inesistenti, relative alla costruzione di un'imbarcazione mai realizzata, per un ammontare di un milione e 32mila euro». Ottenendo «un'anticipazione di 113mila euro, con danno per la Regione».

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