Roma-Viterbo, lo sciopero bianco dei macchinisti. Ma spuntano i viaggi in taxi

Per una lampadina fulminata o per un finestrino difettoso gli autisti dei convogli chiamano l’azienda e chiedono di non far entrare in servizio i mezzi. Utenti infuriati, ma per i dipendenti messe a disposizione le auto bianche

Pendolari che aspettano il treno Roma-Viterbo alla stazione di Piazzale Flaminio
di Alessia Marani e Giampiero Valenza
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 13:43

Cinquanta minuti in più di guida per i macchinisti della Roma-Viterbo e sulla tratta è già caos. La riorganizzazione del lavoro dopo l'acquisizione dell'ex ferrovia Roma Nord da parte di Cotral è scattata lunedì scorso ma i miglioramenti ancora non si vedono. Colpa di uno "sciopero bianco" dei lavoratori secondo l'azienda che le starebbe tentando tutte pur di fare cambiare passo alla nuova gestione che, tuttavia, sta inanellando in questi primi giorni ancora ritardi su ritardi e cancellazioni che continuano a fare infuriare gli utenti. Arrivando addirittura al paradosso per un'azienda del trasporto pubblico di pagare i taxi ai propri macchinisti e capotreni pur di portarli al lavoro e, magari, controllare entrate e uscite. Le organizzazioni sindacali, dal canto loro, replicano: «Avevamo detto che le nuove turnazioni non avrebbero funzionato, un disastro annunciato», scrivono Orsa e Usb Lazio.

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I voucher

Ed ecco spuntare i primi voucher di viaggio, anche sostanziosi staccati nelle ultime ore, come i 160 euro spesi da un macchinista per spostarsi dal deposito di Catalano, a Civita Castellana, al capolinea di Viterbo. Stando ai beninformati, Cotral avrebbe già messo a disposizione un plafond di 25mila euro per i viaggi sulle auto bianche. In un comunicato l'azienda ha chiarito che tra le novità del progetto di riorganizzazione c'è «anche la corretta assegnazione dei turni in base alla partenza dei treni negli impianti di appartenenza dei dipendenti per evitare inutili e costosi spostamenti tra le stazioni con le auto aziendali».
Eppure l'utilizzo di queste ultime sarebbe stato sporadico e circoscritto, secondo i lavoratori, prevalentemente al periodo Covid, così come quello dei taxi relegato a casi davvero urgenti e straordinari.

Tutt'al più macchinisti e capotreni arrivavano a destinazione con le cosiddette riserve, ossia treni fatti viaggiare prima dell'inizio del turno proprio a questo scopo o con le proprie auto (senza rimborso spese).

 

La situazione

Intanto, i primi dati - va chiarito che i cinquanta minuti in più di guida che Cotral richiede ai conducenti è a fronte dello stesso orario di lavoro di 6 ore e mezzo - lunedì le corse soppresse hanno rappresentato il 62% del totale, martedì il 34% e ieri, praticamente, altrettanto. Il risultato? I pendolari stanno passando un periodo d'inferno. Ma a cosa è dovuto tale disservizio? I lavoratori starebbero adottando uno sciopero bianco: per una lampadina fulminata o per un finestrino difettoso chiamano l'azienda (che ha preso la gestione della Roma-Lido e della Roma-Viterbo lo scorso primo luglio), chiedendo di non far entrare in servizio i mezzi. Da Cotral hanno persino notato un aumento dei casi di malattia dei dipendenti o dei loro figli sulla Roma-Viterbo. Situazione diversa e più tranquilla, invece, sulla Roma-Lido. E alcuni macchinisti, messi su turni di riserva, si sono rifiutati di fare i turni di guida, con il risultato che dall'ufficio personale sono già partite le prime contestazioni disciplinari. Le timbrature sono anche all'origine di parte dello scontento: Cotral ha chiesto loro di timbrare all'inizio e alla fine delle sei ore e mezzo di lavoro, mentre prima attestavano solo la presenza alla guida. Inoltre, è stata profondamente ridotta la possibilità di fare turni di straordinario. Secondo un audit interno che venne fatto da Atac, precedente gestore, sulla Roma-Viterbo, nel 2018 la media pro capite del costo straordinario del personale viaggiante arrivava a 1.624 euro per il capotreno e 2.810 euro per i macchinisti. Nel periodo gennaio-novembre 2020 la cifra è lievitata a 2.736 euro per il capotreno e 4.221 euro per i macchinisti: un aumento.

Il 12 e il 13 settembre sono stati già convocati i tavoli sindacali. Secondo quanto si apprende, dall'azienda di trasporti regionale c'è un pilastro dal quale non hanno intenzione di tornare indietro: i livelli di produttività del settore ferro dovranno essere allineati a quelli degli autisti dei bus.

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