Roma, soffiate in cambio di cene, denaro, vino e gelati: vigile condannato a 3 anni

L’agente della polizia locale avvertiva due ristoratori dell’arrivo dei controlli

Roma, soffiate in cambio di cene, denaro, vino e gelati: vigile condannato a 3 anni
di Francesca De Martino
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 11:57

Avrebbero avvisato in anticipo due ristoratori-albergatori del centro storico della Capitale di ispezioni previste nei loro locali, approfittando del loro ruolo di vigili urbani. In cambio in episodi distinti - avrebbero ricevuto denaro, casse di vino, buoni pasto e consumazioni in gelateria. Ieri per questi fatti il Tribunale di Roma ha condannato a 3 anni di reclusione l'agente della Polizia locale di Roma Franco Caponera, 52 anni, con l'accusa di corruzione e ha disposto per quest'ultimo l'interdizione dai pubblici uffici per la durata di tre anni.
Per i colleghi Fabio Corazzini, 50 anni, e Alessandro Egidi, 41, accusati sempre di corruzione, i giudici hanno ritenuto invece di «non doversi procedere per intervenuta prescrizione».

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I fatti contestati dalla Procura si sarebbero consumati da gennaio 2013 ad aprile del 2014.

Secondo quanto avevano ricostruito i pm nel capo d'imputazione, Caponera «in qualità di appartenente alla Polizia Locale Roma Capitale e dunque pubblico ufficiale» riceveva da due ristoratori-albergatori della Capitale «promesse ed erogazioni di denaro e altre utilità a contenuto patrimoniale». In particolare, per i pm, avrebbe acconsentito alla «promessa di assunzione, presso datori di lavoro nella zona di Catanzaro, di persona indicata da lui stesso». E, ancora, avrebbe accettato tre casse di vino e altri regali: tra questi, avrebbe accettato cene gratis, assicurate attraverso buoni pasto. Per i magistrati, il 52enne avrebbe agito «per porre in essere specifici atti contrari ai doveri del suo ufficio» e avrebbe spifferato in anticipo i controlli previsti nei locali gestiti dai due piccoli imprenditori «al fine di evitare che tali controlli evidenziassero irregolarità si legge nel capo d'imputazione così garantendo preventivamente l'esito positivo degli stessi».

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Nello specifico, il 26 aprile 2013 avrebbe avvisato «preventivamente» il titolare dell'attività commerciale dei «controlli svolti» al suo locale La Barcaccia Ristorante Bar, a pochi passi da piazza di Spagna. E avrebbe lo avrebbe rifatto, sempre per la stessa attività, anche il 6 maggio dello stesso anno. Ancora, Caponera avrebbe avvisato sempre «preventivamente» delle ispezioni il proprietario del Bed and breakfast Numbs Rooms & Suites, in via Belsiana, pochi mesi dopo, a settembre. Poi avrebbe addirittura «bloccato i controlli da svolgere» o «già in corso» sempre al Numbs Rooms & Suites, il 22 giugno e l'8 luglio 2013, per «evitare l'accertamento di irregolarità riguardanti i lavori di ristrutturazione dei locali citati». Secondo quanto sostiene l'accusa, l'imputato avrebbe anche orientato un controllo svolto il 10 ottobre 2013, sempre al B&b con sede in via Belsiana «in modo tale da garantire il loro esito positivo». E in un caso si sarebbe assicurato anche che alcune ispezioni fossero condotte «con elasticità», scrivono i pm. La difesa di Caponera, rappresentata dagli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, ha commentato così la decisione del Tribunale: «Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza e faremo ricorso in appello».

Mentre l’avvocato Irma Conti, legale del vigile Fabio Corazzini, dopo la lettura del dispositivo ha commentato: «La sentenza ha messo fine ad un'annosa questione con tutti i riflessi che ne sono scaturiti fino ad ora sul lavoro del mio assistito. Il Tribunale lo ha assolto con formula più ampia perché il fatto non sussiste per la rivelazione del segreto d'ufficio, che abbiamo dimostrato non esservi mai stata, e ha derubricato l'altro capo d'imputazione di corruzione escludendo che abbia mai posto in essere atti contrari ai doveri del proprio ufficio, dichiarando la prescrizione".

 

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