Roma, porto d'armi: niente visite a causa del Covid. I vigili perdono la pistola

Roma, porto d'armi: niente visite a causa del Covid. I vigili perdono la pistola
di Flaminia Savelli
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Sabato 20 Febbraio 2021, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:47

Licenze scadute e visite per le idoneità sospese causa Covid. Così 150 vigili urbani hanno già riconsegnato la pistola d'ordinanza. E se dal Campidoglio non arriverà a breve una proroga, la lista dei caschi bianchi senza arma si allungherà ancora: circa 50 pistole al mese saranno blindate nell'armeria del comando.
La prima nota del Corpo della polizia Locale ai suoi 2.500 agenti armati è arrivata lo scorso ottobre. Con un'informativa, la segreteria annunciava la sospensione degli accertamenti sanitari «per far fronte alle criticità della pandemia». Nello stesso documento però, si precisa anche che è stata inoltrata una «proposta di delibera per la proroga». In sostanza, da via della Consolazione è già partita la richiesta di prorogare d'ufficio le idoneità in scadenza da 48 ai 72 mesi.

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Una procedura che era stata approvata, e applicata, per i permessi in scadenza tra luglio e agosto. Ma non rinnovata per quelli successivi. E così, come previsto dal regolamento dell'Armamento: «Si è reso necessario - scrive il comando Generale- disporre obbligatoriamente la temporanea riconsegna dell'arma a tutti i dipendenti con l'idoneità in scadenza».
Ai caschi bianchi dunque, tra dicembre e febbraio, non è rimasto altro da fare se non riconsegnare pistole di servizio, fondine e prestare servizio disarmati.

Una questione spinosa a cui ora si somma anche l'emergenza dei locali dove eseguire le visite.


LO STOP


Il problema sul rinnovo delle idoneità non sarebbe più legato solo alla burocrazia che va al rilento e alla firma del Campidoglio sulla proroga che tarda ad arrivare.

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Infatti il personale della direzione centrale Sanità della polizia, incaricato di svolgere la pratica medica, non è più a disposizione: «Gli agenti che eseguono le visite mediche per l'accertamento dei requisiti psico- fisici sono impegnati a effettuare controlli sierologici e tamponi ai propri dipendenti» si precisa nelle comunicazioni inviate da gennaio agli agenti della polizia Locale.


Al momento perciò per i pizzardoni non ci sarebbero neanche medici e locali idonei dove poter eseguire le visite. Con tutto il personale di polizia schierato per l'emergenza sanitaria. Una volta sciolto il nodo della proroga comunque, la palla passerà agli uffici del ministero dell'Interno e alla direzione Sanitaria. A cui spetterà il compito di riorganizzare l'intero sistema di permessi, visite e licenze.
Un pasticcio che rischia di finire addirittura sul tavolo dei giudici della Corte dei Conti: ci sono infatti i termini per un danno erariale causato dai costi burocratici. Perché la partita dell'armeria della polizia Municipale tra costi di gestione, vigilanza e manutenzione, vale milioni di euro.
Come precisa Stefano Erbaggi, dirigente della Federazione romana di Fratelli d'Italia, che sta preparando la denuncia.

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L'ESPOSTO


«L'inerzia dell'Amministrazione sta di fatto determinando un disarmo dell'ufficio della polizia Locale e proprio in un momento in cui in città cresce la domanda di sicurezza» dice Erbaggi che aggiunge: «Oltre a esporre inutilmente i vigili urbani, chiamati a svolgere un servizio in cui era previsto il porto dell'arma, la mancata delibera di proroga già richiesta dal Comando, determina un danno erariale inutile. Causato - precisa poi- dai costi burocratici del progressivo ritiro delle 2500 pistole automatiche in dotazione e dal mancato utilizzo dell'intera fornitura. L'acquisto delle armi che ha a suo tempo determinato una spesa per l'amministrazione. Per queste ragioni- conclude Erbaggi- oltre a biasimare quanto sta accadendo e a esprimere la nostra solidarietà agli agenti della Municipale, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti. Una misura necessaria perché ai caschi bianchi vengano restituite le pistole».

 

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