Roma, tombe alla luce del sole: ultimo sfregio al Verano

Roma, tombe alla luce del sole: ultimo sfregio al Verano
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Mercoledì 2 Settembre 2020, 01:08

Sotto alle lapidi rotte si vedono le tombe. Passeggiare per i viali del Verano fa sprofondare in uno stato di ansia e di malinconia. Non solo perché si pensa ai propri cari, ma per le condizioni devastanti del campo santo monumentale della Capitale, un patrimonio, considerando i personaggi illustri che vi riposano e le opere d’arte che custodisce. Lì, nel cimitero diventato attrazione turistica, ci sono Goffredo Mameli, ma anche a Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Roberto Rossellini, Pietro Nenni ed Ernesto Nathan. Ma c’è ancora più sofferenza pensando agli “sconosciuti” sepolti qui, anime che hanno figli, genitori, mogli, mariti. Le lapidi sono in frantumi, le tombe aperte. 

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TRA DEGRADO E LACRIME
Possibile che nella Capitale non si possa neanche morire in pace? Al cimitero Laurentino le sepolture sono state bloccate perché non ci sono più spazi. O meglio: perché Ama e Comune non riescono a indire una gara per indagini archeologiche su una nuova area che potrebbe essere usata per le sepolture dove è stata trovata un’antica vasca romana. I cittadini di Roma Sud, ora, dovranno fare 45 chilometri per onorare i propri cari, portandoli al cimitero di Prima Porta. Chi invece, ha un defunto al Verano per raggiungere la tomba deve affrontare una battaglia interiore fatta di sofferenza e rabbia. 

INSETTI E FURTI
Tempo fa c’erano le zanzare tigri a minacciare la quiete di chi voleva fermarsi davanti alla lapide di un congiunto. Poi venne il guano dei piccioni a devastare le visite e i loculi. E non dimentichiamoci degli agguati di bande di ladri che scorrazzano per i viali. Insomma, i guai per il cimitero monumentale della Capitale sono sempre stati tanti e ora ci sono il degrado, l’abbandono, quei pezzi di marmo delle lapidi fatte a pezzi e lasciate vicine ai loculi. 

Dello scempio se ne erano già accorte le “mamme di Roma”, quelle signore che avevano denunciato il degrado che erano costrette a sopportare ogni qualvolta dovevano trovare la forza, affogate nel peggiore dei dolori, di portare un fiore a un figlio. 
Carmen Luzza, una commerciante dell’Appio, aveva già denunciato l’orrore di quei viali percorsi per raggiungere la tomba del figlio perso a soli 24 anni. «Una situazione ricorrente - aveva raccontato al Messaggero citando sporcizia, zanzare e atti di vandalismo - uno scenario che ritrovo ogni volta che ci vado, da 19 anni, senza che nessuno muova un dito». 

GLI ACCAMPAMENTI ABUSIVI
E nulla è cambiato anche all’entrata del Verano, dove da tempo immemore ormai sono accampate roulotte di nomadi che fanno bisogni a cielo aperto. Usano anche i bagni cimiteriali per le loro esigenze. Accampamenti ci sono sia all’entrata su via Tiburtina, sia su largo Passamonti, il parcheggio del Verano lato scalo San Lorenzo, occupato da anni da senzatetto.

«L’Ama non interviene sulle tombe abbandonate - denuncia Francesco Figliomeni, consigliere di Fratelli d’Italia e vice presidente dell’Assemblea capitolina - ma si limita a delimitarle con recinzioni che rimangono sul luogo per svariati anni, le lapidi sono sfondate con le casse a vista. Dall’accesso agli atti che ci è stato consegnato abbiamo scoperto la copiosa corrispondenza tra l’Ama e l’amministrazione oltre che con la Raggi che si è completamente disinteressata della necessità di intervenire sulla manutenzione straordinaria, con determine dirigenziali approvate ma subito dopo revocate dal dipartimento ambiente. Grida vendetta poi - conclude - il totale immobilismo sul cimitero Laurentino».
 

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