IL RACKET
Ma quello che sta emergendo dalle operazioni condotte dagli agenti del Pics decoro urbano del comandante della Polizia locale Antonio Di Maggio è una vero e proprio “racket” che organizza e gestisce il “business” secondo zone esclusive difese anche con la violenza, con un sistema pensato nei dettagli per sfuggire ai controlli. Le cifre in ballo, d’altra parte, sono importanti. «Quando riusciamo a prenderli, di sera, non gli troviamo mai in tasca meno di 150 euro - racconta il funzionario del Pics Franco Granieri - Ma fermarli è difficile, non si portano mai dietro più di 4-5 bottigliette, così le possono abbandonare tranquillamente e fuggire tra la folla senza perdere troppi soldi». Tutta l’organizzazione è in mano a cittadini bengalesi. «Escono in strada intorno alle 7 del mattino trasportando grossi borsoni o carrelli della spesa pieni di bottigliette e si dirigono nelle rispettive zone - spiega Granieri - Prima che cominci la vendita, gli ambulanti provvedono a nasconderle nei posti più disparati: siepi, sportelli dei contatori, quadri elettrici, aree cantierate. Ma non solo. Mettendo a rischio la salute di chi le compra, le bottigliette vengono occultate anche in tombini, cestini dei rifiuti, anfratti sporchi». Come spesso sono sudice le bottigliette, dalle quali a volte cola anche una condensa nerastra per la polvere e il grasso che le ricoprono.
Fermare gli ambulanti, come sottolineato dagli investigatori, è difficile. Non solo perché mollano le bottigliette e fuggono, ma anche perché spesso vengono avvistati da apposite vedette che inviano messaggi via Whatsapp quando vedono pattuglie delle forze dell’ordine nelle vicinanze. Difficile anche acciuffare i “fornitori”. «Nella maggior parte dei casi sono i gestori dei minimarket - continua l’investigatore del Pics - Ma non le tengono nei loro negozi, dove potremmo trovarle durante i controlli, bensì nelle abitazioni». Due di questi, nel luglio dello scorso anno, furono arrestati dai carabinieri.
LE MULTE
Quanto agli ambulanti, quando vengono fermati, poi, non è la multa a fare da deterrente.
Perché, paradossalmente, è troppo alta. «I venditori abusivi sono sanzionati con una multa di 5.174 euro, che non pagheranno mai - continua l’investigatore della Polizia locale - e nemmeno temono le cartelle esattoriali visto che sono nullatenenti. Sarebbe meglio una sanzione di 100-200 euro». In realtà, quello che manca è una capillare opera di informazione ai turisti, sia a opera delle istituzioni sia degli operatori: alberghi, case vacanza, B&B, campeggi. Anche perché l’acqua, nel centro di Roma, tra “nasoni”, negozi e negozietti proprio non manca. Piuttosto che sborsare anche 5 euro per mezzo litro d’acqua, con il rischio di farsi venire una gastroenterite, meglio resistere qualche minuto e bere acqua fresca e garantita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA