Roma, vende la casa ma non è sua: arrestato il prestanome di Nicoletti, ex Banda della Magliana

Una giovane coppia ha pagato 245mila euro per un appartamento abitato. L'organizzatore indagato come testa di legno del figlio del cassiere Enrico Nicoletti

Roma, vende la casa ma non è sua: arrestato il prestanome di Nicoletti, ex Banda della Magliana
di Michela Allegri
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 10:01

Una messinscena degna di un Oscar: un annuncio su Immobiliare.it, documenti falsi, visite guidate, atti di compravendita vistati addirittura da un notaio, un mutuo concesso da un istituto di credito. In tanti sono stati raggirati da Mario Mattei, 58 anni, e Nagla Alagrebi, 45 anni. Nel 2019, i due sarebbero riusciti a vendere a una giovane coppia un appartamento che non era nella loro disponibilità. Una volta incassati i soldi, 245mila euro in tutto, in parte ottenuti tramite un mutuo intestato ai coniugi raggirati, sarebbero riusciti a fare sparire ogni centesimo, riciclando il denaro con l'aiuto di tre complici: Massimo Mannarà, Francesco Carpentieri e Mario Bazzurri.

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È l'ipotesi della Procura di Roma, che ha chiesto e ottenuto l'arresto di tutta la banda, con accuse che vanno dalla truffa al falso, fino al riciclaggio. All'appello, però, mancano altre persone che avrebbero aiutato gli indagati. Intanto i 5 sono in carcere. Per Mannarà e Mattei non sono i primi guai con la giustizia: la Guardia di finanza, che ha svolto gli accertamenti, ha scoperto che il primo ha diversi precedenti per bancarotta, furto, appropriazione indebita, mentre il secondo era già stato arrestato in un'altra inchiesta: l'accusa era trasferimento fraudolento di valori come «prestanome di Massimo Nicoletti, figlio di Enrico, storico cassiere della Banda della Magliana», annota il gip Valerio Savio.

Ora Mattei sarebbe il protagonista di quella che il giudice definisce un'«odiosa truffa, in grado di rovinare il futuro di una giovane famiglia che si appresta ad acquisire la prima casa», con un «meccanismo capace di trarre in inganno, oltre che le vittime, un notaio e un istituto di credito».


IL RAGGIRO
È il 2019 quando - secondo la ricostruzione dei pm - Mattei inserisce un annuncio sul portale Immobiliare.it, pubblicizzando la vendita di un appartamento in via Mario Ridolfi 20, periferia ovest della Capitale. La giovane coppia risponde e lui organizza le visite. Dentro alla casa c'è un'inquilina che mostra l'immobile e descrive le recenti opere di ristrutturazione. Presentandosi un giorno a sorpresa, gli acquirenti scoprono che non si tratta della proprietaria, ma di una donna che risiede lì in comodato d'uso gratuito. Mattei organizza quindi un incontro, nell'appartamento, con una donna che viene presentata come la proprietaria: Giada G. che, in realtà, è l'Alagrebi, munita di un falso documento. Quel giorno, l'appartamento di via Ridolfi è pieno di valigie e scatoloni: agli acquirenti viene detto che l'inquilina sta organizzando il trasloco. Si procede quindi con la vendita. Il documento falso della Alagrebi riesce a ingannare sia i dipendenti della banca che concedono il mutuo, sia il notaio che stipula l'atto. Quando la coppia arriva a casa, però, trova nuovamente l'inquilina, che dice di essere stata a sua volta raggirata: per andarsene le sarebbero stati promessi 170mila euro, mai ottenuti. La sua versione non convince gli inquirenti: sostiene di essere stata indotta a vendere mesi prima quella casa, di avere firmato tutti gli atti per la cessione a Giada G. e di non avere mai ricevuto il denaro. Dice anche di essersi accodata per cedere la nuda proprietà dell'immobile, ma di avere firmato, a sua insaputa, gli atti per la vendita. La proprietaria, quindi, le avrebbe fatto il contratto di comodato d'uso. Da qui le denunce, le indagini, la scoperta del raggiro, del riciclaggio e dei documenti falsi.
 

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