L'ambizione era un’altra anche se formalmente bisognava aspettare il via libera del ministero della Salute sul piano vaccinale delle fase 2 e 3. Il Lazio puntava a vaccinare contro il Covid-19, dopo medici, operatori sanitari, personale ospedaliero e over 80 anche i professori, considerato il lavoro che svolgono e il contatto con migliaia di ragazzi. Ma dopo i ritardi della Pfizer sulla consegna delle dosi si dovrà rivedere tutto il programma e la previsione di iniziare a rendere immuni i docenti della Regione - 92mila solo quelli di ruolo senza contare i supplenti - a partire dalla metà di marzo verrà quasi certamente posticipata con il rischio di arrivare a maggio e di chiudere la campagna quando ormai la scuola sarà chiusa.
I ritardi
Nel piano vaccinale approvato dalla Regione il 29 dicembre - quando lo scenario sulle forniture era ben diverso - e ripreso dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale nelle faq inviate il 15 gennaio alle scuole si legge: «Con l’aumento delle dosi si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazione, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali, quali anzitutto gli insegnanti ed il personale scolastico». Poi però la Pfizer ha ridotto le consegne costringendo il Lazio a bloccare le prime somministrazioni del vaccino al fine di garantire con le dosi in giacenza, messe da parte nella quota del 30% sulle prime consegne, e con le poche nuove arrivate mercoledì tutti i richiami, ovvero le seconde somministrazioni che ammontano a oltre 111 mila. «Non è imputabile al Lazio questa situazione ma alla casa farmaceutica Pfizer, di certo - commenta Mario Rusconi a capo dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio - siamo preoccupati.
Le adesioni
Questi primi anziani saranno vaccinati dai medici di famiglia ma le adesioni alla call della Regione per cercare professionisti volontari è andata quasi deserta, motivo per cui alla Pisana quasi certamente riapriranno i tempi per la raccolta delle adesioni. Ad oggi infatti sui 4.216 medici di famiglia del Lazio appena 800 si sono resi disponibili a inoculare l’anti-Covid-19. «Il problema di fondo è l’incertezza delle forniture - spiega Pier Luigi Bartoletti, segretario Fimmg (federazione medici di medicina generale) - il fatto di non sapere quali e quante dosi avremo ha scoraggiato tanti colleghi, facendoli rinunciare. In ogni caso alla Regione lo abbiamo detto: partiremo solo quando ci saranno dosi per tutti, la data del primo febbraio, fissata come partenza per gli over 80, può slittare». Fino a quando? «Fino al 15 febbraio».