Roma, Far West in strada al Trullo: agguato in stile Gomorra, ma l'obiettivo sfugge ai sicari

Roma, Far West in strada al Trullo: agguato in stile Gomorra, ma l'obiettivo sfugge ai sicari
di Marco De Risi
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Sabato 31 Luglio 2021, 00:41

Doveva essere un agguato, l’ennesimo, al Trullo: qualcuno doveva morire. Un regolamento di malavita in piena regola. Solo che questa volta la vittima ha capito cosa stesse accadendo un momento prima che i killer usassero la pistola. E così si è messa al riparo fra le auto e si è dileguato a piedi sotto i sibili dei proiettili. I sicari hanno fatto fuoco ma, dopo avere perso tempo prezioso, si sono dati alla fuga senza centrare il bersaglio. Probabilmente l’agguato è solo rimandato. Ecco perché i carabinieri, arrivati in forze sul luogo della sparatoria, stanno indagando a fondo per capire chi doveva essere la vittima e chi, invece, ha sparato.

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Far West in strada al Trullo: agguato in stile Gomorra

L’agguato fallito per un soffio, è accaduto giovedì verso le 21 su via del Trullo con via Monte Cucco.

Zone dove la criminalità è di casa. Dai pesci piccoli, ai boss che hanno fatto faticare anni le forze dell’ordine prima di finire in manette. Tante le segnalazioni dei cittadini al 112 che hanno sentito i colpi di arma da fuoco. Proprio grazie a queste segnalazioni sono accorsi sul posto i carabinieri della stazione del Trullo e della compagnia Eur. La prova provata del tentato omicidio è stato trovare per terra diversi bossoli.

La prova che «quei botti», così li hanno descritti i testimoni, erano effettivamente colpi partiti da una pistola semiautomatica. Sembra si tratti di una calibro 9. Quando sono arrivati i militari era tutto finito ma i carabinieri sono accorsi in tempo per trovare qualche importante testimone. «Due persone con il casco integrale, quello seduto dietro al motociclista aveva in pugno una pistola», queste le dichiarazioni di chi stava alla finestra, o stava portando il cane in strada. Certo i killer avevano il volto coperto da caschi integrali quindi non sarà facile per gli investigatori incastrarli. Non risulta almeno per ora nessuno scooter dato alle fiamme. Un sistema che usa spesso la malavita di spessore per bruciare il mezzo sul quale è stato commesso un omicidio. Il punto usato dagli aggressori non è illuminato molto bene. E non è stato un caso se i due hanno agito nell’ombra.

LE INDAGINI
I carabinieri nei loro archivi hanno parecchio materiale che hanno accumulato indagando nella zona. Ci sono i militari della stazione Trullo che hanno costantemente il polso della situazione tramite i controlli delle persone agli arresti domiciliari e all’attività investigativa svolta in zona. C’è da credere che i militari già hanno un’idea su chi doveva rimanere ferito oppure rimanere ucciso. Vanno legati più fatti malavitosi accaduti nel passato e non sempre recenti. La mafia o la malavita non dimentica e regola i conti anche dopo anni dai presunti torti subiti. Gli investigatori inquadrano il tentato omicidio come una risposta a qualche evento accaduto prima. È possibile che l’uomo che si è salvato, fosse uscito da poco di prigione. Anche quest’ultimo aspetto accade spesso. Che qualche vecchia “sentenza” malavitosa venga regolata quando la vittima esce dal carcere. I carabinieri hanno fatto dei minuziosi rilievi scientifici e stanno guardando le telecamere della zona convinti di potere trovare qualche immagine che possa ritrarre gli sparatori senza casco. Una zona quella del Trullo dove ultimamente i carabinieri hanno arrestato per mafia e per traffico internazionale di droga decine di persone disarticolando anche un gruppo legato alla ndrangheta. In passato si sono registrati omicidi e ferimenti. 

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