«Siamo carabinieri, abbiamo preso i ladri dell'altra volta»: la gang della truffa agli anziani bussa 2 volte

«Siamo carabinieri, abbiamo preso i ladri dell'altra volta»: la gang della truffa agli anziani bussa 2 volte
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 4 Febbraio 2019, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 08:45

La truffa agli anziani fa il bis. Le bande specializzate nel raggirare e svaligiare le case dei pensionati ora colpiscono due volte le stesse vittime. Prima col furto, poi con la finta riconsegna del bottino. Bussano alle porte già visitate e avvertono: «Signore, signori, tranquilli. Siamo carabinieri. Abbiamo preso quei mascalzoni che vi hanno derubato l'altra volta». Giochi di ruolo nella stessa organizzazione. Gang di imprendibili che alloggiano in alberghi in centro, noleggiano auto, cambiano telefonini una volta a settimana anche se intestati a stranieri ignari. I quattro arrestati a novembre, dopo una complessa indagine del pm Pierluigi Cipolla, sono ancora in galera. E a breve dovranno presentarsi a processo, visto che per loro è stato appena emesso il giudizio immediato. Difendersi per Mario Oriano, Ciro Barbato, Luigi Appreda, Emanuele Montanino, non sarà facile. Le intercettazioni sono confessioni. Napoletani, dai 30 ai 55 anni, hanno agito in squadra a Boccea, Monti Tiburtini, Centocelle, Eur, Montesacro, ma non solo. E spesso con la tecnica bis. «Stanno rovinati. Sono due vecchi, Cirù. La figlia dove sta? Al lavoro. Andiamo». Oppure: «Ne ho vista una di novantanni con gli scarponi ai piedi, è uscita dalla posta. Ha pure la sorella allettata». In casa di un ottantenne sono andati tre volte. L'aggancio degli anziani avviene in strada, in genere con la scusa dei santini. Ci sono complici addetti alla distribuzione di crocifissi e stampe religiose in cambio di piccole offerte. È l'occasione buona per capire quanto siano soli gli anziani avvicinati.

IL COPIONE
Scelto l'anziano malcapitato entrano in scena altri complici. In genere si presentano o come funzionari dell'Inps o come ispettori dell'agenzia delle entrate. «Dobbiamo restituire degli arretrati della pensione», spiegano bussando alla porta. «Ci servono i vostri dati bancari, libretti...». È la scusa per entrare, raggirare, derubare. Per due sorelle ultraottantenni di viale Marconi sono stati un incubo. Nella prima visita hanno portato via settantamila euro, i risparmi di una vita tenuti in casa. E nella finta restituzione altri ventimila. È Ciro Barbato, tradito da una intercettazione, a rivelarlo direttamente agli inquirenti: «Ci vorrebbero quelle due sorelle originarie di Sorrento...Ci prendemmo là 64.000 euro cash...Più gli assegni e cinque seimila euro d'oro». Il primo furto è datato 19 ottobre 2017, il secondo 17 gennaio 2018. Le anziane poi hanno denunciato.

 
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