L’ultimo stop, in ordine di tempo, riguarda il tram 3: servizio sospeso «per problemi tecnici» tra Trastevere e Piramide e sostituito con gli ormai onnipresenti bus navetta, presi letteralmente d’assalto. Mentre in campagna elettorale si sprecano i progetti per nuove linee in tutti i quadranti della Capitale, la rete tranviaria romana è ormai ai minimi storici. Secondo i dati sui mezzi in circolazione, raccolti e diffusi dal blogger “Mercurio Viaggiatore”, la media dei tram in servizio ogni giorno, a settembre, è scesa a quota 60: il minimo da tanti anni a questa parte. Basti pensare che a maggio del 2020, alla fine del lockdown, i tram in giro per la Città eterna, quotidianamente, erano 96. E un anno fa - a settembre 2020 - erano 90: il 50 per cento in più di oggi, comunque molto al di sotto dell’asticella dei 120 mezzi che sarebbero necessari per garantire il pieno servizio. Il problema potrebbe esplodere clamorosamente a metà ottobre, con il ritorno al lavoro in presenza dei dipendenti pubblici e di buona parte dei privati.
I punti critici - Tutta la rete tranviaria, 36 chilometri complessivi di binari, è messa davvero male.
La flotta - L’età media dei tram non aiuta: dei 164 mezzi che attualmente compongono la flotta tranviaria di Atac, una quarantina ha superato la soglia dei 70 anni. Si tratta dei Tas (tram articolato Stanga), realizzati dall’ufficio meccanica Stanga di Padova, consegnati ad Atac nel 1948 (inizialmente erano 58) e attualmente utilizzati sulle linee 5 (dalla stazione Termini a piazza dei Gerani), 14 (Termini-viale Palmiro Togliatti) e 19 (piazza Risorgimento-piazza dei Gerani). Qui il problema non è tanto l’anzianità di servizio (a Milano continuano a circolare vetture risalenti agli anni Venti del secolo scorso) quanto la carenza di manutenzione: l’ultimo intervento di un certo rilievo risale agli anni ‘80, quando sono stati rifatti carrelli e impianti elettrici.