Comincia a sbrogliarsi la matassa di omicidi incrociati degli ultimi tre anni a Roma, partiti dall'esecuzione in pieno giorno dell'ex ultrà degli Irriducibili Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, avvenuta il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti. Da lì infatti è partita la scia di sangue, con vendette e agguati mortali, alcuni messi a segno e altri no (per casi fortuiti). Giuseppe Molisso, 39enne originario di Napoli, è ora indagato con l'accusa di essere il mandante dell’omicidio aggravato dal metodo mafioso dell'albanese Selavdi Shelaj sulla spiaggia di Torvajanica, con la complicità del cognato Guido Cianfrocca, che gli avrebbe fornito l’arma del delitto. Per questo motivo sono stati entrambi colpiti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. La mattina del 20 settembre 2020, nei pressi del chiosco “Bora Bora” sul lungomare Sirene di Torvajanica, in quel momento affollato di bagnanti, un uomo con volto travisato da mascherina e bandana, aveva sparto da distanza ravvicinata due colpi di pistola calibro 7,65 contro Shelaj, detto “Simone”, colpendolo mortalmente al collo. Il 17 dicembre 2021, grazie alle indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Frascati e della Squadra Mobile di Roma, gli esecutori di tale delitto erano stati individuati in Enrico Bennato, fratello del più noto pregiudicato romano Leandro Bennato, e nell’argentino Raul Esteban Calderon, quest’ultimo già tratto in arresto poiché gravemente indiziato di essere l’esecutore anche dell’omicidio di Diabolik.
Le indagini svolte dal Nucleo investigativo carabinieri di Roma, dietro il coordinamento della Dda della Procura capitolina, hanno portato a individuare anche il ricettatore: il 34enne romano Luca De Rosa, colui che avrebbe fornito lo scooter rubato utilizzato dai killer di Torvajanica.