Roma Termini, la statua di Giovanni Paolo II torna ad essere un rifugio per clochard

Termini, la statua di Giovanni Paolo II torna ad essere un rifugio per clochard
di Laura Bogliolo
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Domenica 3 Gennaio 2021, 12:21

Le passeggiate a Roma diventano sempre di più combattimenti contro il degrado, battaglie perse addirittura se si decide di attraversare piazza dei Cinquecento. Lo sguardo si impiglia nella maestosa statua dedicata a Papa Giovanni Paolo II e subito sale un senso di angoscia. Nell’ampio tabarro che un tempo il pontefice usò per “abbracciare” un bimbo in un evento pubblico, da giorni dorme un clochard: coperte, cartoni e scarpe. La statua inaugurata nel 2012 è diventata un giaciglio, ultimo atto di un abbandono del Centro che sembra aver raggiunto l’apice. Per molti è «uno scempio», per altri «è il chiaro segnale di un degrado ormai incontrollabile».

IL DEGRADO

Dall’altra parte della strada c’è quel che resta di un gazebo di un bar trasformato in un altro dormitorio, arrivando a piazza della Repubblica, poi, si vedono altri clochard e tanto degrado. «La situazione ormai è fuori controllo - denuncia Angelo Mantini, commerciante che guidò la protesta contro la chiusura della stazione metro della linea A per otto mesi - le fioriere vengono usate come ripostiglio per le coperte, sotto i portici c’è di tutto, inoltre la pavimentazione fuori la stazione è ancora divelta e tanta gente inciampa».

 

«Il degrado della piazza è davvero tanto - dice Cristina Barletta, farmacista - ci sono quattro stanziali per così dire che provano a tenere pulito, ma la sera certe volte i senzatetto raddoppiano».

E aggiunge con ironia: «Non facciamo tamponi... non vorremmo che il gazebo si trasformasse in un rifugio...». Proprio come accaduto settimane fa davanti alla farmacia che si trova sotto i portici di piazza Vittorio.

Intanto il degrado a piazza dei Cinquecento appare sempre di più irrefrenabile contagiando la statua dedicata al Papa Santo, amatissimo da tutto il mondo. «Quel clochard dorme nella statua da giorni - diceva ieri Roberto, un residente - siamo anche stanchi di fare denunce ormai, anche se intervenissero le forze dell’ordine dopo un po’ i giacigli si ricreerebbero». Chi invece sogna una rinascita del quadrante è il comitato nato qualche mese fa “Rifondiamo Castro Pretorio”. A capo dell’iniziativa c’è Giuseppe Sbardella, 72 anni, che spiega: «Due anni fa sono tornato nel quartiere dove avevo vissuto per lunghissimo tempo e sono rimasto sconcertato per il degrado, così ho deciso di creare un gruppo di residenti attivi». La statua di Giovanni Paolo II diventata un rifugio di disperati crea sconcerto e disagio anche in Sbardella.

LA BATTAGLIA

«Situazioni al limite sono anche in piazza dell’Indipendenza - aggiunge - purtroppo molte di queste persone rifiutano gli aiuti». Intanto “Rifondiamo Castro Pretorio” immagina il futuro. «Quest’anno ricorre il bimillenario del quartiere, da quando cioè Tiberio iniziò la costruzione dei Castra Praetoria, le caserme dei Pretoriani, per questo - spiega Sbardella - dovremmo creare una serie di eventi per ricreare il tessuto urbano nel segno anche dell’accoglienza». Osservando l’abbandono di questo importantissimo spicchio del Centro è chiaro che il sogno di una rinascita richiederà molto tempo e lavoro, ma immaginare il futuro è già un passo importante. Intanto anche ieri il monumento di cui parlò tutto il mondo (anche per le polemiche suscitate) era un dormitorio in una città dove ormai sembra che tutto sia possibile. La scena era stata già vista tempo fa, ma non si riesce proprio ad abituarsi a un’immagine così deprimente.

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