Roma, dietrofront sui tavolini: saltano gli aumenti sulle piazze storiche

Roma, dietrofront sui tavolini: saltano gli aumenti sulle piazze storiche
di Camilla Mozzetti
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Martedì 7 Luglio 2020, 00:00

Ci sono volute tre Assemblee Capitoline, una delle quali protrattasi fino a notte fonda, ma alla fine ieri l’Aula Giulio Cesare ha dato il via libera: con 21 voti favorevoli su 21 votanti (zero contrari e zero astenuti) è passata la delibera per l’aumento di suolo pubblico a favore di bar e ristoranti. L’atto è stato necessario dopo l’emanazione da parte della Giunta capitolina di una disposizione d’urgenza che rendeva effettivo già da fine maggio l’utilizzo del 35% in più di spazi esterni per i locali di somministrazione. Ma rispetto a quanto stabilito nella precedente delibera di Giunta, l’Assemblea estende ora tempi e suolo a favore degli esercenti.

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Di fatto si autorizza lo sfruttamento di spazi pubblici (strade e vie) fino a un massimo del 50% nelle aree del Centro e fino al 70% in periferia. Tuttavia il Movimento cinquestelle, anche a fronte di uno strappo con la Giunta fa marcia indietro su alcune zone dove gli spazi di fatto non potranno aumentare. Si tratta di 28 piazze storiche dove, grazie a degli emendamenti “suggeriti” dalla Giunta alla maggioranza, è stata inibita la possibilità di sfruttare anche le pertinenze esterne dei locali (fino a un massimo del 25%) per quelle attività che di fronte agli ingressi non hanno abbastanza suolo per procedere con gli aumenti o ne hanno una quota residuale. Da piazza del Popolo a largo di Torre Argentina, da piazza delle Coppelle a piazza Montecitorio e piazza Madama. E poi ancora la Terrazza del Pincio, piazza Mignanelli, piazza Navona e piazza della Rotonda solo per citarne alcune.

A queste si aggiungono poi quelle aree in cui varrà lo stesso principio perché ricadenti in un circuito di eventi e rassegne legate all’estate romana. È il caso di largo Spartaco (VII Municipio) ma anche della zona pedonale del Pigneto. Il motivo è semplice: ci sono luoghi dove insistono i monumenti, in cui tra l’altro gli arredi dovranno essere posizionati sempre a una distanza di 5 metri, e dove spesso e volentieri vengono ospitati eventi e manifestazioni. A prevalere in questo caso, per usare le parole del vicesindaco Luca Bergamo (che ci ha messo lo zampino affinché fossero apportate queste modifiche) è stato «il pubblico interesse». 

I TEMPI
Tra le novità apportate alla delibera, che ha visto la presentazione di 47 emendamenti (molti dei quali rigettati dagli uffici e dalla stessa Giunta capitolina) anche i tempi del provvedimento. Il suolo pubblico con la sospensione del canone Cosap varrà fino al 31 ottobre 2021 contrariamente a quanto sancito dall’atto di Giunta che fissava la sospensione parziale dei criteri della Sovrintendenza e Soprintendenza (ricalcando le disposizioni governative) per le occupazioni di suolo al 31 ottobre di quest’anno e portava le occupazioni fino alla fine dell’anno.

Su quest’ultimo aspetto si insinua il rischio dei quasi certi ricorsi che i comitati dei residenti sono pronti già a presentare perché di fatto se il governo centrale non modificherà le disposizioni a vantaggio del settore della ristorazione l’atto licenziato ieri dall’Assemblea rischia di trasformarsi in un boomerang violentissimo. Tra l’altro l’Aula ha anche approvato un emendamento al testo che prevede la possibilità di sfruttare le strisce blu. Da Trastevere a Monti i residenti si chiedono: «Dove andremo a parcheggiare? Sarà il caos». La disposizione non tiene conto di un altro effetto più che probabile: la decurtazione degli incassi per l’amministrazione derivanti dalla sosta tariffata che non verranno in alcun modo coperti dai pubblici esercizi. 

Tra le novità che però ricalcano il testo della Giunta l’apertura allo sfruttamento di suolo per le librerie (no invece ai teatri, musei e associazioni culturali) e per gli hotel, mentre è stato rigettato un emendamento che prevedeva l’uso di suolo fino però a un massimo del 20% per i laboratori artigianali alimentari. La maggioranza per voce del primo firmatario Andrea Coia ha parlato di «successo», anche se poi in Aula ieri erano presenti poco più della metà dei consiglieri grillini.

Il Pd, invece, grida allo scandalo perché «quest’atto è la prova di un vero un braccio di ferro politico con la Giunta, il Governo nazionale e la Sovrintendenza - commenta il capogruppo Giulio Pelonzi - usando le spalle dei commercianti».

Anche la Lega, che pure ha votato la delibera senza presentare però emendamenti, ribadisce: «Doveva essere approvata la delibera di Giunta - chiosa il consigliere Davide Bordoni - è mancato un coordinamento istituzionale della maggioranza». Fratelli d’Italia che ha sostenuto invece l’atto replica: «Abbiamo espresso un voto favorevole ad un provvedimento che, sebbene tardivo - conclude il capogruppo Andrea De Priamo - dà un segnale doveroso di attenzione verso le categorie produttive della città in un momento di crisi profonda». 

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