Non era la prima aggressione e non era nemmeno la prima il primo colpo che mettevano a segno. I due tunisini accusati di rapina aggravata, sequestro di minore, violenza sessuale su minore, violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale, che sabato notte hanno aggredito, derubato e violentato un diciassettenne e poi abusato sessualmente della madre cinquantatreenne in un appartamento di Casal Monastero, avevano già colpito. E a meno di ventiquattro ore di distanza. Nelle mani degli investigatori - a indagare sulla due violenza dal sapore di un'attuale (e orribile) Arancia meccanica, è il commissariato Viminale, ma anche gli agenti della IV Sezione della Squadra Mobile - ci sono elementi solidi, quasi granitici, per ritenere che i due stranieri, entrambi minorenni, siano gli stessi che venerdì notte hanno seminato il panico tra le strade di San Giovanni. Prima di sabato e della mattanza contro Jacopo - lo chiameremo così - e contro la madre, i due giovani tunisini (M. R., 18 anni il prossimo giugno, e Y. K., 17 anni da compiere nello stesso mese) sono ritenuti responsabili anche di due rapine compiute sempre a danno di minori a San Giovanni, tra via Crema e via dei Rogazionisti.
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I PRECEDENTI
Venerdì sera poco dopo la mezzanotte un ragazzino che sta tornando a casa viene assalito alle spalle da una coppia di coetanei che, armati di un coltello, lo minacciano: lo obbligano a consegnare tutto quello che ha.
L'INTERROGATORIO
Ieri per la vicenda di sabato notte i due stranieri sono stati sottoposti all'interrogatorio di garanzia. Hanno risposto alle domande del giudice, fornendo la loro versione dei fatti e cercando di giustificarsi. Non ci sono riusciti: il gip ha convalidato l'arresto a loro carico, disponendo una misura detentiva al carcere minorile. Jacopo è stato derubato per strada a Centocelle. Dopo la rapina, i due indagati hanno abusato di lui. Una volta consumata la violenza, puntandogli un coltello alla gola, si sono fatti portare a casa del ragazzo, a Casal Monastero, e hanno violentato anche la madre.
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