Roma, studentessa positiva nel liceo occupato: paura al Morgagni

L'altra sera il blitz degli agenti per sgomberare l'istituto. La ragazza contagiata era con gli abusivi

Roma, studentessa positiva tra gli occupanti: paura al liceo Morgagni
di Marco Pasqua
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Lunedì 29 Novembre 2021, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 08:51

Non ci sono solo i danni che, ora, la presidenza dovrà ancora quantificare. Nell'occupazione del liceo Morgagni di Roma, che la polizia ha interrotto con un blitz sabato scorso, infatti, spunta fuori anche un caso di Covid, il primo in una esperienza di questo tipo. Si tratta di una studentessa che, secondo quanto ha riferito il collettivo, «era stata presente alcune ore all'occupazione». «Alla conferma di avvenuto contagio della ragazza continuano gli studenti autori della protesta stavamo provvedendo ad avvertire tutti coloro che erano entrati in contatto con lei e a trasmettere tutti i dati necessari alle autorità sanitarie competenti». Per i ragazzi, il contagio è stato un pretesto usato dalla polizia e della dirigente per sgomberarli. «Lo sgombero forzato attaccano è un atto politico». Il problema, adesso, è capire quanti e quali ragazzi siano entrati in contatto con la studentessa positiva e, soprattutto, se si debba parlare di un cluster da occupazione. Quel che è certo, è che la protesta, durata 5 giorni, si è tradotta in una serie di danni alla scuola di Monteverde.

DANNI NELLA SCUOLA

«Si dovrà ora procedere alla sanificazione di tutti gli ambienti scolastici e al ripristino e alla pulizia degli stessi, che sono stati lasciati in stato di totale abbandono da parte degli occupanti.

Sarà, infine, necessario procedere alla riparazione dell'allarme e di quanto danneggiato», ha scritto il dirigente scolastico, Paola Gasperini. «Difficile ad oggi fare una previsione dei tempi necessari al ripristino della normalità; seguirà un'informativa dettagliata dei costi da sostenere per il pagamento straordinario del personale e per la riparazione dei danni subiti», ha continuato la dirigente nella circolare pubblicata sul sito della scuola. «Lo sgombero è stato forzato replicano i ragazzi del collettivo, che nei cinque giorni di protesta hanno organizzato lezioni alternative ai corsi tradizionali e avevamo già pubblicamente indicato la nostra volontà di ripulire la scuola prima della riconsegna».

 

Ieri pomeriggio, è stata convocata una assemblea pubblica, alla quale hanno preso parte altre scuole della capitale, per definire le modalità di protesta, a fronte di quello che viene definito un atto repressivo grave: «Nonostante la trattativa con la Digos e la preside - sottolineano gli alunni - la polizia si ha dato pochi minuti di tempo per liberare la scuola, scatenando inutilmente un comprensibile panico tra gli studenti, in particolare quelli più piccoli». Non sono escluse, nelle prossime settimane, nuove iniziativa di protesta, che coinvolgano anche altre scuole.
 

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