Smog a Roma: nuovo stop ai diesel. I presidi: «Lezioni a rischio»

Roma, smog in aumento: nuovo stop ai diesel e limiti ai riscaldamenti. I presidi: lezioni a rischio
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 10:52

L'allerta resta alta anche perché le previsioni dell'Arpa Lazio parlano di un peggioramento delle condizioni a partire da oggi e di un miglioramento dell'aria atteso non prima di sabato. I livelli di inquinamento restano elevati anche dopo il blocco alle vetture private diesel imposto dal Campidoglio. Ma cosa si fa? Si prosegue sulla stessa strada: fermare i veicoli privati a gasolio sia oggi che domani, tirando il provvedimento forse fino a lunedì (il 19 infatti scatta la prima domenica ecologica del 2020). Altre 48 ore di stop certo alle automobili alimentate a gasolio mentre bus Atac, mezzi Ama, Ncc, taxi continuano indisturbati le corse pur essendo alimentati allo stesso modo.

Gli Euro 2 sia oggi che domani dovranno fermarsi dalle 7.30 alle 20.30 mentre gli Euro 3 e seguenti fino agli Euro 6 dovranno rispettare delle fasce: fermi dalle 7.30 alle 10.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Il prolungamento dell'ordinanza della sindaca Raggi estende le limitazioni anche agli impianti di riscaldamento: orario d'accensione ridotto dalle 12 alle 8 ore giornaliere. E nonostante questo la situazione non è migliorata e se lo farà bisognerà aspettare e confidare anche nell'arrivo della pioggia.

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LE RILEVAZIONI
I valori delle 13 centraline dell'Arpa Lazio continuano a schizzare verso l'alto. Soltanto lunedì, ad esempio, 8 centraline sforavano i limiti giornalieri previsti per legge con una crisi ormai acclarata in determinati territori. Al Tiburtino i valori di pm10 hanno raggiunto i 71 microgrammi al giorno quando il limite per legge è di 50. A Cinecittà si è arrivati a 67, a Magna Grecia a 64 e anche i valori del pm2,5 più nocivo perché più piccolo e capace di attecchirsi, con l'inalazione, agli alveoli polmonari erano molto elevati rispetto alla media consentita. I valori alla fine sono risultati più allarmanti rispetto alla giornata di domenica, quando 4 centraline su 13 sforavano i limiti. E neanche nei prossimi giorni la situazione sembra attenuarsi.

Le mappe elaborate dall'Arpa tracciano ancora zone in pieno sos e oggi la situazione è data in peggioramento. Insomma il blocco prolungato dei veicoli non sta dando gli effetti che, probabilmente, si auspicavano. Ma non sarebbe comunque stato possibile giacché una riduzione e soltanto dei mezzi privati non contribuisce a risolvere il problema. Attenua il fenomeno delle emissioni e in parte residuale: le auto private a diesel, studi alla mano, contribuiscono a inquinare per il 30 per cento. Intanto però oltre all'inquinamento di problemi ne sono arrivati altri.


IL MALCONTENTO
Ieri per chi ha rispettato il divieto, pur avendo acquistato anche di recente un Euro 6 con emissioni molto più basse rispetto agli altri diesel ha dovuto fare di necessità virtù, accompagnando, ad esempio, i figli a scuola a piedi o non facendoli entrare in classe. «Abbiamo registrato numerose anomalie sugli orari di ingresso e sul numero delle presenze non soltanto degli studenti spiega il numero uno dell'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio Mario Rusconi ma anche degli impiegati e dei docenti che hanno optato per i mezzi pubblici, molto pieni».

La Confartigianato ha lanciato poi l'allarme: «Sono andati in fumo 5 milioni di euro» a causa delle mancate consegne ad aziende e imprese, laboratori e negozi. A conti fatti, non sono rimaste ferme solo le auto private ma anche una parte di economia della città. «Siamo all'assurdo commenta Antonio Fainella, direttore Confartigianato Roma ci dica il Campidoglio se saremo costretti a fare la danza della pioggia. Bisogna invece ammodernare il parco veicolare pubblico e dare degli incentivi alle aziende per l'acquisto di nuovi mezzi se questo deve essere il futuro».
 

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