«Scuola, in classe dopo il 18». Terapie intensive al collasso, le riaperture allarmano i virologi»

«Scuola, in classe dopo il 18». Terapie intensive al collasso, le riaperture allarmano i virologi»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 00:44

I nuovi positivi tornano sotto quota 2mila ma il rapporto tra tamponi eseguiti e casi accertati - che è poi quello da controllare per capire come sta andando la pandemia - risale dal 13 al 14% mentre schizza oltre la soglia limite del 30% l’occupazione nelle terapie intensive. Segno che la crisi è tutt’ora in atto; altro che attenuazione della curva epidemiologica. E non sono ancora arrivati per intero gli effetti delle feste natalizie perché dal Capodanno, ad esempio, non sono trascorsi quei 14 giorni utili a poter escludere eventuali contagi scattati tra la notte di San Silvestro e il primo giorno del 2021 quando, nonostante le limitazioni varate dal governo, molte persone si sono incontrate e radunate per festeggiare. È questo lo “storyboard” che i virologi - prima ancora dei politici - tengono sottomano per valutare l’opportunità o meno di riportare in classe lunedì almeno il 50% degli studenti liceali.

La data resta ballerina: tra Regione Lazio e governo è in corso un confronto “serrato” e per oggi si attendono i dati dell’Istituto superiore di sanità sul monitoraggio regionale della cabina di Regia ministeriale che dovrebbero decretare lo scioglimento del “nodo” oltre alla ripartizione dei colori per le Regioni con il Lazio che però rischia di passare lunedì in zona arancione.

Intanto c’è già una percentuale che preoccupa via Cristoforo Colombo. Ed è quella delle occupazioni nelle terapie intensive arrivate al 32% (310 pazienti ricoverati). Il valore supera la soglia di allerta fissata dal ministero della Salute al 30%, mentre crescono anche i ricoveri: +39 in sole 24 ore.

Covid Lazio, bollettino oggi 7 gennaio: 1.779 contagi e 43 morti. Tasso di positività al 14%

Il timore

«Siamo in una situazione complicata - commenta Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche della Fondazione policlinico Gemelli - da un punto di vista epidemiologico sicuramente non è la cosa migliore riaprire le scuole il prossimo 11 gennaio». Dello stesso parere Massimo Andreoni, direttore della società italiana di Malattie infettive e primario a Tor Vergata: «Sotto l’aspetto scientifico in questo momento riaprire è un azzardo, abbiamo dei valori alti e persiste il timore che ancora l’ondata delle festività non sia arrivata. Tecnicamente aspettare qualche giorno in più sarebbe utile per vedere quello che accade perché altrimenti si rischia di dare colpa alla scuola di qualcosa che è legato alle festività oppure di dover chiudere poi per l’arrivo di un’ondata post-natalizia». «So che sto dicendo una cosa forse impopolare - conclude Andreoni - ma aspettare tutta la prossima settimana o addirittura un paio di settimane sarebbe utile». Una data su cui i virologi concordano è quella del 18 gennaio «per vedere quello che succede - conclude Andreoni - pronti naturalmente a rimandare ulteriormente, mi verrebbe da dire meglio il 31 ma possiamo anche vedere i dati del 15 o 16 gennaio e valutare».

Nei fatti invece? L’ultima parole dovrebbe essere pronunciata oggi dopo giorni di incertezze nonché moniti all’esecutivo lanciati dallo stesso governatore Nicola Zingaretti. Il pensiero non è cambiato rispetto alla notte in cui si è tenuto l’ultimo Consiglio dei ministri. E pure tra l’entourage dell’assessorato regionale alla Scuola ribadiscono quanto sia importante la tutela della salute. Del resto, c’è anche da considerare un fatto: quando le scuole richiusero prima di Natale la condizione epidemiologica era diversa rispetto a quella attuale. Intanto la Regione sta procedendo con i tamponi gratuiti per ragazzi tra i 14 e i 18 anni, effettuabili senza prescrizione medica ma solo con la prenotazione online in uno dei tanti drive-in attivi. A ieri erano stati già tamponati 2mila giovani.

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