Ingressi scaglionati, orari a singhiozzo e pochi supplenti. Così saltano i turni pomeridiani e le lezioni di recupero: una o due ore di lezione in meno, al giorno, dalla scuola dell’infanzia fino alle medie. Lo stesso pure alle scuole superiori, dove la riduzione da 60 a 50 minuti delle prime due ore si ripete ogni mattina, ma in alcuni casi anche ogni ora. La scuola a Roma è iniziata dunque con gli orari ridotti e così resterà in molti istituti, fino a fine anno. La nomina dei supplenti è ancora in corso ed è difficile dire quando si sbroglierà la matassa dell’algoritmo.
Docenze brevi - Le scuole elementari a tempo pieno, nella maggior parte dei casi, non arrivano con l’orario alle 16:30 come previsto ma si fermano alle 14.
E senza i supplenti, è difficile, se non impossibile, organizzare la didattica in presenza con l’orario completo. Ognuno provvede come può: «Nella mia scuola – spiega Valeria Sentili, preside dell’Istituto comprensivo Francesca Morvillo – mancano ancora diversi docenti, tra cui molti sul sostegno. Per ora l’orario è ridotto, stiamo organizzando una rotazione di insegnanti che mettono a disposizione le ore per coprire le cattedre vuote. Una sorta di banca delle ore. In questo modo possiamo arrivare a portare le lezioni fino alle 15. Poi vedremo quando arriveranno nuovi insegnanti». Una volta concluso il secondo giro di chiamate da Gps, gli istituti potranno convocare i supplenti dalle graduatorie di istituto e solo a quel punto partiranno le chiamate che saranno poi definitive. Ma i tempi tecnici sono lunghi.
Il calendario - Senza contare che a Roma le scuole statali si fermeranno in quanto seggio elettorale per le elezioni comunali del 3 e del quattro ottobre. E in caso del turno di ballottaggio, anche il 17 e il 18 ottobre. Seguirà inoltre la festa del 1 novembre e il ponte dell’8 dicembre che, di fatto, dimezzerà la seconda settimana di dicembre. Calendario alla mano è probabile che il ripristino dell’orario completo in tutte le classi avvenga non prima della fine dell’anno. Soprattutto nelle scuole che, ancora oggi, sono senza dieci o dodici insegnanti.