Questa volta a mandare in tilt il sistema scolastico sono i falsi positivi. Il nuovo protocollo sanitario anti Covid (disciplinato dal Ministero dell’Istruzione lo scorso 8 novembre) prevede infatti «un tampone da effettuare il prima possibile dal momento in cui si è stati informati del contatto (“tempo zero” T0)». Così nei 411 istituti superiori romani, per un totale di 187 mila studenti, è partita la corsa ai tamponi rapidi. Il risultato? L’aumento dei falsi positivi che hanno fatto scattare quarantene e didattica a distanza per intere sezioni. Quindi, ore perse di lezioni in presenza e un caos per prof e presidi.
I NUMERI
«Il problema è legato al tipo di test.
LEZIONI A CASA
Mentre per gli studenti si accumulano quelle a distanza: sono 1.500 quelle perse negli ultimi dieci giorni. Ancora una volta, sono i numeri raccolti dai dirigenti scolastici a spiegare cosa sta accadendo nelle scuole romane: la media dei falsi positivi è di 3 su 10.
Non è stata dunque ancora trovata una soluzione definitiva per la gestione dei casi nelle scuole che hanno ripreso in presenza al 100% lo scorso settembre. Quando presidi e docenti, hanno dovuto fare i conti con un nuovo sistema di regole che teneva conto di tempi diversi per i rientri. Perché, dopo un contatto positivo accertato il rientro in aula era alla spicciolata: dopo 7 giorni (per chi è vaccinato con tampone negativo), 10 giorni (per chi è vaccinato, in classe anche senza tampone), 14 giorni (senza tampone). Ecco perché sono state poi attivate le nuove regole. «Ma affinché siano efficaci - ribadisce la preside Costarelli - è necessario richiedere l’esame molecolare per un risultato certo».