Roma, a scuola è allarme bimbi: «Violate le quarantene». I presidi avvisano: «I ragazzi ignorano l’isolamento»

Preoccupazione tra i bambini che frequentano elementari e medie

Scuola, allarme bimbi: «Violate le quarantene»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 19 Novembre 2021, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 09:54

Sono loro oggi i “bersagli” prediletti del Covid perché non hanno alcuna copertura vaccinale e perché il virus, colpendo le vie aeree, si sta trasmettendo con più velocità, complice la stagione, tra i bambini che frequentano elementari e medie. Centinai le classi sottoposte alle quarantene per il numero di casi che - sentenziano le Asl - sono triplicati da quando è iniziato il nuovo anno scolastico. Giorni fa i ministeri della Salute e dell’Istruzione hanno diramato una circolare sulle procedure per gestire i positivi nelle classi, stabilendo la quarantena per l’intera sezione solo a fronte di tre casi accertati. Se invece c’è solo un positivo, la classe continua a frequentare ma ci sono delle regole che le famiglie, stando ai racconti dei presidi, non stanno seguendo alla lettera.

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«Se una classe resta in presenza - spiega Valeria Sentili, preside dell’Istituto comprensivo Francesca Morvillo - viene sottoposta ad un “testing”, un periodo di cinque giorni tra il primo tampone, dopo l’accertamento di un caso positivo, e il test di verifica.

In questo arco temporale i bambini possono frequentare ma è altamente sconsigliato che vadano il pomeriggio a calcio o a danza o a trovare i nonni che sono fragili».

L’indicazione è scritta a chiare lettere nei protocolli che proprio le Asl stanno inviando alle scuole ma le famiglie non sembrano seguirla scrupolosamente. «Il ragionamento che fanno - aggiunge Rosamaria Lauricella Ninotta, preside dell’Ic Valente al Collatino - è questo: se vanno a scuola perché non possono andare a calcio? Ma è sbagliato perché in quei cinque giorni sono in sorveglianza». In sostanza, anche se negativi al primo tampone potrebbero essere nella fase di incubazione del virus, avendo avuto contatti diretti con un positivo. «I casi tra i bambini stanno aumentando - spiega Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl Roma 1 - e dunque le famiglie dovrebbero fare molta attenzione in quei cinque giorni evitando ogni contatto esterno o comunque attenendosi scrupolosamente alle disposizioni sull’uso delle mascherine». Perché il rischio di contagi “allargati” è dietro l’angolo. C’è da dire, comunque, che fino ad oggi la maggior parte delle classi, anche per volere dei sanitari, sono state poste in quarantena pure con un solo positivo. Ma anche in questo caso le violazioni sono ricorrenti.

La giornata

E intanto il numero dei nuovi contagi sale. Ieri è stato ampiamente superato il tetto dei “mille” nuovi positivi. Nella Regione, infatti, sono stati accertati 1.229 casi, 140 in più sul giorno precedente. Di riflesso, aumentano anche i ricoveri e le Terapie intensive rispettivamente di cinque e quattro unità per un totale di 696 pazienti, di cui 85 ricoverati nei reparti più critici. E se resta attuale il confronto rassicurante tra i dati odierni e quelli dello scorso anno, con meno morti e meno pazienti, bisogna accelerare sulla terza dose. Nel Lazio più di 4,5 milioni di residenti dai 12 anni in su hanno chiuso il primo ciclo mentre più di 320 mila hanno ricevuto la dose “booster”. Il governo ha anticipato i richiami per gli over 40 al 22 novembre e la Regione ha già organizzato per loro, come pure per gli over 60, degli “open day”. Si parte domenica: posti liberi negli ospedali San Giovanni, San Camillo, Umberto I, Tor Vergata e Fiumicino mentre un altro “open day” per le donne in gravidanza si terrà il 23 novembre al Sant’Eugenio. In vista del primo dicembre, quando invece scatterà la prenotazione obbligatoria, la Regione si appresta di concerto con Eur Spa ad aprire un nuovo Hub di 3 mila mq negli spazi dell’ex ufficio Patrimonio del Comune in piazza Sturzo. 

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