Roma, focolaio S. Raffaele, altri 6 positivi: ora c’è indagine dei Nas

Roma, focolaio San Raffaele, altri 6 positivi: ora c è l indagine dei Nas
di Michela Allegri e Alessia Marani
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Martedì 9 Giugno 2020, 07:11 - Ultimo aggiornamento: 15:57

Sei nuovi positivi, che fanno diventare 41 i contagi nel nuovo focolaio che si è registrato a Roma nell'Irccs San Raffaele Pisana. È abbastanza per convincere la Procura a disporre un'ispezione dei carabinieri del Nas. Un accertamento preventivo, che consentirà agli inquirenti di capire se sia necessario aprire un fascicolo d'inchiesta. I militari nei prossimi giorni si recheranno nella struttura per controllare cartelle cliniche, documentazioni mediche, ma anche per verificare se siano state rispettate le normative sanitarie e, soprattutto, quelle di prevenzione del contagio. Anche se dal San Raffaele ribadiscono che «al contrario sono state scrupolosamente rispettate ed applicate tutte le disposizioni nazionali e regionali emanate al fine della protezione dei pazienti ed operatori dal rischio contagio da Covid 19».

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LE FALLE
Eppure qualcosa sembra essere andato storto. Intanto ieri mattina sono partiti i test sierologici per tutti i pazienti dimessi dalla struttura dal 18 maggio e per i loro contatti più stretti. E si sono presentati in tantissimi: il drive-in al Forlanini è stato praticamente preso d'assalto, in molti si sono messi in coda in auto, e qualcuno a piedi. Tanto che la polizia locale ha dovuto chiudere per circa un'ora il tratto di strada davanti all'ingresso per il rischio che si formassero assembramenti. La Regione prevede di effettuare oltre 1.800 test per monitorare il nuovo cluster. «Questo focolaio dimostra che non bisogna abbassare il livello di attenzione e occorre mantenere il rispetto dei protocolli», ha sottolineato l'assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D'Amato, spiegando che dei 41 casi positivi finora registrati nella struttura «24 sono riferiti a pazienti trasferiti, uno è un paziente deceduto, 9 sono dipendenti e 7 sono esterni». Il primo caso risalirebbe a inizio maggio, «si tratta di operatori della struttura», ha aggiunto l'assessore, ribadendo che si tratta di un «focolaio circoscritto». La struttura è stata infatti isolata attraverso il cordone sanitario disposto dalla Regione Lazio. Nessuno entra e nessuno esce senza l'autorizzazione della Asl.

L'Irccs Pisana non è la prima struttura del gruppo San Raffaele dove si sono registrati cluster di Covid-19: la situazione più delicata, sulla quale indaga la procura di Velletri, è stata al San Raffaele di Rocca di Papa, dove si è registrato un alto numero di decessi e contagi. Ma ora anche il caso della Pisana è arrivato in Procura. A Roma il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia indaga già su altre due strutture: la Giovanni XXIII di via Galeffi, all'Ardeatino, dove si è registrato il primo focolaio di comunità della Capitale, e Villa Fulvia, la clinica di via Appia Nuova. Sommando i casi registrati nei due centri, si contano cinque decessi e più di cento positivi.

IL CASO TAMPONI
Intanto, anche sulla Pisana la Regione è intenzionata a verificare con un audit interno non solo se tutte le procedure anti-Covid sono state seguite alla perfezione, ma anche la catena dei controlli sui degenti e gli operatori. Da quanto ricostruito finora dall'indagine epidemiologica il focolaio sarebbe partit da un fisioterapista trovato positivo già il 3 maggio. In questo caso, secondo la direzione del San Raffaele, sarebbe stata la Asl Rm3 a commettere una leggerezza dimenticando di tracciare i contatti del fisioterapista, per circoscrivere meglio il contagio.

All'interno della clinica che è un istituto di ricerca a carattere scientifico, inoltre, è in corso una sperimentazione che prevede tre tamponi a distanza e il controllo degli anticorpi a campione, eseguito già su 250 operatori sanitari e 200 pazienti. Una sperimentazione che, spiegano dalla clinica, «viene eseguita sotto la supervisione del Ministero della Salute e che rappresenta una verifica in più interna». Ma che secondo la Regione non avrebbe alcuna autorizzazione ufficiale dal momento che la legge prevede che sia il comitato etico dello Spallanzani a dare il benestare alle sperimentazioni, parere che non è mai stato dato alla San Raffaele. Insomma, se persino un paziente dimesso il 29 maggio è poi risultato positivo e così i familiari, qualcosa potrebbe essere sfuggito all'interno della clinica.

 

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