Roma, piano rom: la giunta vuole chiudere anche il campo di Castel Romano

Roma, piano rom: la giunta vuole chiudere anche il campo di Castel Romano
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 27 Dicembre 2018, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 09:01

L'obiettivo è smantellare la più grande baraccopoli della Capitale, l'insediamento di Castel Romano, a due passi dalla Pontina, una delle statali più trafficate (e pericolose) dello Stivale, vicino al grande outlet meta di turisti, ma anche di tanti romani, in vena di compere a prezzi ribassati.

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La giunta di Virginia Raggi è pronta a cambiare il piano rom. La prima versione, sfornata dal Campidoglio a maggio del 2017, prevedeva la chiusura guidata dei villaggi della Barbuta e della Monachina, tutti e due entro il 2020. Poi la burocrazia si è rivelata più insidiosa del previsto e il termine per portare a dama l'operazione è slittato all'anno successivo. Nel frattempo, alla fine di luglio, sono stati sbaraccati i container del Camping River, sulla Tiberina, d'accordo col Viminale di Matteo Salvini, con tanto di ruspe e dispiegamento di vigili e poliziotti in quantità.

IL PROVVEDIMENTO
Ora si cambia ancora, per mettere nel programma degli sgomberi le baracche della Pontina, dove vivono, stando all'ultimo censimento, oltre un migliaio di nomadi, perlopiù romeni e slavi. A loro, come agli ospiti della Barbuta e della Monachina, sarà offerto un bonus casa, vale a dire un assegno mensile fino a 800 euro, per massimo due anni, per trovarsi un appartamento in affitto e mollare la roulotte. Ovviamente solo per le famiglie a reddito basso. Altrimenti, per chi viene dalla Romania, si proverà con la formula dei «rimpatri volontari assistiti». È già avvenuto per una quarantina di ospiti del River, tornati in Transilvania, con l'assicurazione che Palazzo Senatorio avrebbe continuato a mandare, un po' per volta, bonifici per 3mila euro all'anno. Poca roba, per vivere in Italia, un buon gruzzolo per le campagne romene, dove lo stipendio medio non supera i 400 euro.

Stando agli spifferi del Campidoglio, la delibera sarà votata in giunta subito dopo Capodanno. Virginia Raggi ha chiesto ai suoi un'accelerazione.

Al confine con Pomezia e a oltre 30 chilometri dal centro di Roma, il campo di Castel Romano è balzato agli onori delle cronache, si fa per dire, per una pletora di reati ed episodi molesti: furti, rapine - anche ad opera di baby gang - e ancora roghi tossici e massi killer scagliati dai cavalcavia sulla Pontina.

BARACCHE FATISCENTI
Le baracche si allungano per oltre 40mila metri quadri, divise in quattro cittadelle. L'insediamento era nato nel 2005 per accogliere le famiglie sgomberate dal campo abusivo di vicolo Savini. Tra il 2010 e il 2012, il villaggio è stato allargato ancora, per ospitare i rom sfrattati dagli insediamenti della Martora e di Tor de' Cenci. «Oggi le condizioni sono pessime, le abitazioni sono rappresentate da container in cattivo stato, all'interno dei quali gli spazi risultano insufficienti», si legge in un rapporto dell'associazione 21 Luglio.

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