Roma, operatori del centro di accoglienza per migranti presi in ostaggio

Roma, operatori del centro di accoglienza per migranti presi in ostaggio
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 10:39

Alcuni sono saliti sui tetti, altri non smettevano di urlare: «Dovete farci uscire non siamo animali» mentre almeno otto persone che lavorano nel centro si erano rinchiuse negli uffici in attesa che la polizia riuscisse a farle uscire. Ancora una rivolta, ancora in periferia. Ancora in una struttura per i richiedenti asilo e stavolta a finirci in mezzo, quasi come ostaggi, anche alcuni operatori della cooperativa che da anni presta servizio al Cas, il Centro di assistenza straordinaria di via della Riserva Nuova (VI Municipio), a Roma.

Motivo del disordine, che ieri ha portato una piccola strada di borgata a riempirsi di agenti in tenuta antisommossa, la pandemia da Covid-19 e la gestione dei positivi e dei soggetti obbligati all’isolamento dentro la struttura. Gli ospiti, 219 persone in tutto, per lo più provenienti dal Nord Africa e arrivati a Roma con gli sbarchi dell’estate scorsa, sono in quarantena da dieci giorni, dopo che l’8 ottobre scorso 2 richiedenti asilo si sono sentiti male e sono stati trasferiti in ospedale risultando poi positivi al coronavirus.

Da qui è partita l’indagine condotta dai sanitari dell’Asl Roma 2 che ha accertato la positività di un’altra trentina di rifugiati. In un attimo è scattato l’isolamento e la quarantena per tutti coloro non avevano sintomi ed erano negativi ai test. Tutto si sarebbe dovuto risolvere ieri, con la fine del periodo di isolamento per i non positivi, ma poiché - come puntualizzano dall’Asl Roma 2 - in questi giorni non è stato possibile isolare correttamente gli ospiti il via libera non è arrivato e al contrario, si dovrebbe ora ripartire da capo con altri 10 giorni di isolamento per tutti e nuovi tamponi da eseguire (a questo punto nei primi giorni di novembre) per accertare o escludere che altri migranti si siano infettati nel frattempo.

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L’agitazione

La notizia di una doppia quarantena è esplosa tra gli ospiti del centro che in un attimo hanno riempito il cortile iniziando a urlare, agitare i cancelli e provando anche ad uscire. Sul posto è dovuta intervenire la polizia, la municipale e anche la guardia di finanza. Una ventina di agenti in tenuta antisommossa si sono schierati in quest’angolo di Roma mentre i residenti guardavano attoniti la scena dai balconi dei vicini palazzi.

Qualcuno dei richiedenti asilo ha iniziato a rompere mobili, altri sono saliti sul tetto mentre otto operatori che prestano servizio dentro la struttura sono stati di fatto trasformati in ostaggi per alcune ore prima che la polizia riuscisse a condurli fuori dal cancello al termine di una concitata mediazione.

Non è stato ieri il primo giorno in cui gli ospiti del Cas - gestito dalla Prefettura e attivo dai primi anni del Duemila - hanno iniziato i disordini. Già nei giorni scorsi, infatti, era stato necessario disporre un controllo h24 da parte delle forze dell’ordine anche se in tono molto minore rispetto al dispiegamento che è andato in scena ieri pomeriggio. Il nodo sostanzialmente ha riguardato i casi positivi, i soggetti obbligati alla quarantena e gli spazi di fatto disponibili per evitare la promiscuità.

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Sempre la Asl Roma 2 ieri nel tardo pomeriggio ha fatto sapere che la distanza di sicurezza non era stata rispettata in questi dieci giorni all’interno della struttura e che la cooperativa si sarebbe adoperata per risolvere la situazione cercando di dislocare meglio e in maniera corretta gli occupanti. Dalla Prefettura fanno sapere che si attendono le indicazioni sanitarie da parte dell’Asl Roma 2 ma intanto ieri sera tre richiedenti asilo erano stati trasferiti dagli agenti di polizia in un’altra sede mentre il centro resterà controllato nei prossimi giorni per evitare, da una parte, che possano riaccendersi i disordini e che alcuni richiedenti asilo possano fuggire, considerate le cancellate facilmente scavalcabili.

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