Roma, cibo scaduto nei ristoranti del centro, fuorilegge 3 locali su 10: sequestrati 30 chili di alimenti

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Roma, cibo scaduto nei ristoranti del centro, fuorilegge 3 locali su 10: sequestrati 30 chili di alimenti
di Emiliano Bernardini e Camilla Mozzetti
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Martedì 12 Aprile 2022, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 15:38

Tavolini, funghi, totem per esporre il menù e i classici buttadentro. Passeggiare per via dei Pastini a due passi dal Pantheon è un'operazione da temerari. Soprattutto in tempo di covid. Evitare assembramenti è praticamente impossibile. Il motivo è la presenza massiccia di tavolini selvaggi che di fatto riducono la via ad un camminatoio strettissimo. Tavolini che il Municipio ha provato a eliminare un mese fa ma che sono tornati al loro posto in barba alle basilari regole del decoro. Una via piena di ristoranti che si affacciano a destra e a sinistra della strada. Una concorrenza spietata visto che a frequentarla sono soprattutto i turisti. L'offerta culinaria, seppur varia, è più o meno la stessa per tutti. Ecco allora che a fare la differenza è il tavolo. Soprattutto con il piacevole tepore della primavera, mangiare all'aperto è ormai richiestissimo. Tra l'altro il Covid ha molto cambiato le abitudini e così chiedere di non mangiare al chiuso è praticamente una richiesta che fanno tutti. Ecco allora che mettere più tavoli possibili sulla via è l'opzione che fa guadagnare punti e clienti.

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LAMENTELE
Il tutto però a danno dei cittadini visto che passeggiare lì, alle ore dei pasti, è praticamente impossibile. «Sembra di stare a Porta Portese» ammoniscono i residenti esasperati anche dal caos. E poi ancora: «I percorsi guidati per i non vedenti sono invasi dai tavolini dei caffè: devi chiedere il permesso per poter passare. A dimostrazione che non c'è alcun rispetto per gli altri». Impossibile passare anche per i mezzi di soccorso. Basta farci un giro per rendersi contro della situazione. In alcuni punti bisogna anche procedere in fila indiana. Due turisti camminano mano nella mano ma arrivati verso la fine della via sono costretti a separarsi perché tra tavoli e funghi non c'è spazio.

Una mamma spinge una carrozzina e deve aspettare che qualcuno che procede nel verso opposto si fermi per concederle il passo. «Prego, vuole mangiare?» «Venga abbiamo un bellissimo tavolo all'aperto», «Ecco qui per voi già apparecchiato». Tra buttadentro è una gara ad accaparrarsi i clienti. Nessuno che badi al resto. Solo ad un certo punto una delle proprietarie, forse allarmata da alcuni poliziotti che passeggiano per la via, fa segno a uno dei camerieri di spostare uno dei suoi fungo più indietro per concedere più spazio ai pedoni.


LOTTA QUOTIDIANA
Una situazione complicata quella di via dei Pastini da tempo al centro delle attenzioni del Comune e più nello specifico del Municipio I. Una battaglia che va avanti da anni. A febbraio la presidentessa Lorenza Bonaccorsi aveva firmato una serie di decreti che davano il via alle operazioni di rimozione di sedie, tavolini e pedane abusive. I vigili hanno liberato l'area e denunciato i titolari dell'attività per occupazione arbitraria di suolo pubblico con lo scopo di trarne profitto, come già accaduto per altre attività recidive in altre zone della città. «Con via dei Pastini sono iniziate oggi le prime rimozioni delle osp Covid abusive ripristiniamo la legalità a salvaguardia degli esercenti che rispettano le regole. Lavoriamo per un municipio dove venga ripristinato il decoro, a tutela dei residenti e dei turisti» aveva spiegato la stessa presidente Lorenza Bonaccorsi. E il Municipio I è quello in cui più di tutti si sta lavorando per contrastare il fenomeno del tavolino selvaggio. Eppure a distanza di quasi due mesi la situazione è di nuovo incontrollata. Intanto ilNas dei carabinieri lo scorso fine settimana ha passato al setaccio diversi locali tra il centro e Fiumicino, passando per il Gazometro riscontrando diverse anomalie sulla conservazione dei cibi da servire ai clienti. La maggior parte della merce - sequestrata per oltre 30 chili - non era tracciata: impossibile risalire alla provenienza di carni, salumi e prodotti ittici. Tre i locali dove sono state ravvisate le principali irregolarità che hanno portato i militari ad elevare sanzioni per 11 mila euro.

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