Rifiuti, Costa alla Raggi: vi aiuto ma prima progettate gli impianti

Rifiuti, Costa alla Raggi: vi aiuto ma prima progettate gli impianti
di Mauro Evangelisti
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Domenica 30 Giugno 2019, 08:53

Rifiuti ancora per strada, alcune zone che erano state liberate da Ama vedono drammaticamente ritornare i cumuli di spazzatura (esempio campione, la Cassia). E dalle regioni a cui Roma vorrebbe chiedere aiuto arrivano solo dei no. Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, è molto preoccupato e ha deciso di anticipare la convocazione della cabina di regia con Roma Capitale, Regione Lazio e Prefettura. Inizialmente la riunione era prevista per il 9 luglio, Costa ha capito che non c'è tempo da perdere e indicherà la prima data possibile dopo il suo ritorno da Abu Dhabi, previsto per martedì. La sindaca Virginia Raggi, su Facebook, ha spiegato: «Stiamo portando avanti un piano di pulizia straordinario stilato con il nuovo cda di Ama che ha già portato i primi importanti risultati». Ancora: «Siamo in contatto con le Asl per concordare gli interventi prioritari, ma non c'è una situazione emergenziale». I timori di Costa coincidono con quelli sintetizzati dalla lettera inviata alla sindaca Virginia Raggi da Mariano Grillo, capo della Direzione generale per i Rifiuti del Ministero, che ha parlato di «grave stallo dell'attività di raccolta dei rifiuti». Il ministro ha fatto sapere: «Non possiamo aspettare il 9 luglio, bisogna intervenire prima». In queste ore il suo capo di gabinetto si incontrerà con i dirigenti del Ministero, per andare alla cabina di regia con le idee chiare. La linea di Costa è chiara: noi siamo pronti ad aiutare, però Roma e il Lazio ci devono dire cosa stanno facendo di concreto per superare la crisi, quali impianti hanno previsto per il medio termine, perché ad oggi siamo fermi al solito ping pong di responsabilità.

AIUTATECI
Costa l'altro giorno ha anche commentato: «Vi sono Regioni pronte ad aiutare Roma». L'Ama è in crisi perché fino a settembre i due Tmb di Malagrotta riceveranno 500 tonnellate in meno al giorno di rifiuti. Se si trovassero alcune regioni disponibili a lavorare e bruciare i rifiuti romani Roma si potrebbe superare la crisi. Si sta parlando di indifferenziato tal quale, perché in realtà da anni già importanti quantitativi di rifiuti romani finiscono in inceneritori, discariche e impianti di compostaggio di altre regioni. Ma dalle possibili destinazioni arrivano risposte negative. L'Emilia-Romagna, il cui presidente (Bonaccini, Pd) fu attaccato duramente dalla Raggi dopo che in un'altra occasione aveva messo a disposizione di Roma il termovalorizzatore di Parma, non ha spazio: «E comunque - ha spiegato l'assessore ai Rifiuti, Paola Gazzolo - Roma deve dimostrare che, come abbiamo fatto noi, sta realizzando gli impianti per l'autosufficienza». Più ruvida, la risposta del governatore della Lombardia, Attilio Fontana (Lega): «Bisognerebbe chiedere cosa è stato fatto a Roma per cercare di risolvere il problema dei rifiuti, troppo comodo cercare soluzioni da altre parti. La nostra regione è rigorosamente autosufficiente e ci facciamo insultare da qualcuno che facendo l'ecologista dice che sbagliamo. Ma sentirci cornuti e mazziati è troppo. Se Roma presenta un progetto serio per il ciclo dei rifiuti, l'aiutiamo. Se invece dobbiamo essere i soliti nordici scemi, allora non mi va bene». E l'Abruzzo che già prende 70 mila tonnellate annue di rifiuti romani? Il governatore Marco Marsilio (FdI): «Da poco è stata sequestrata una discarica e per questo non possiamo prendere più rifiuti di quanti previsti nell'intesa».
 

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