Rifiuti, Costa soccorre Raggi: carichi per l'estero per liberare Roma

Rifiuti, Costa soccorre Raggi: carichi per l'estero per per liberare Roma
di Mauro Evangelisti
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Martedì 9 Luglio 2019, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 07:48
 «Non è possibile garantire la totale rimozione dei rifiuti in sette giorni». Lo ha ufficializzato Ama ed è stato verbalizzato al termine del vertice di ieri pomeriggio in cui dirigenti della Regione, della municipalizzata e di Roma Capitale hanno fatto il punto sull'applicazione dell'ordinanza di Zingaretti che trova nuovi spazi a Roma negli impianti del resto del Lazio. Ma c'è un altro problema all'orizzonte e Costa si prepara a sostenere la sindaca Virginia Raggi nel braccio di ferro con il governatore.

Andiamo per ordine: il gruppo Rida ha sottolineato che l'aumento di rifiuti romani trattati nello stabilimento di Aprilia non sarà garantito dal 15 luglio, a causa di mancanza di spazi nella discarica e nell'inceneritore. Oggi però il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, nel vertice con il presidente Zingaretti, la Raggi e il prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, parlerà dei possibili correttivi all'ordinanza per renderla coercitiva, per imporre a tutti gli impianti i quantitativi di rifiuti romani da lavorare. In queste ore ci sono state scintille tra Roma Capitale e Regione, con la Raggi che ha scaricato le colpe su Zingaretti perché «l'ordinanza non ha riaperto gli impianti». I tmb di tutto il Lazio, ma anche le discariche e l'inceneritore, normalmente lavorano i rifiuti di Roma, e la richiesta di spazi aggiuntivi, stando ai dati diffusi ieri nel verbale sottoscritto da Ama, Roma Capitale e Regione è stata accolta: c'è una domanda di spazi per smaltire 19.200 tonnellate settimanali, ne sono stati trovati 19.300.

Ma il timore di Costa è che l'ordinanza sia in balia delle resistenze dei gestori degli impianti, proprio alla luce della comunicazione del titolare di Rida. Per questo oggi si cercherà un modo per rendere coercitiva l'ordinanza, per obbligare gli impianti a lavorare i rifiuti di Roma senza se e senza ma. Costa, in più occasioni, ha escluso la strada del commissariamento sia di Roma Capitale, sia dalla Regione Lazio (malgrado alcune spinte del Movimento 5 Stelle). Obiettivo di Costa (che Zingaretti ha ringraziato per l'equilibrio dimostrato) è di mantenere il suo ruolo di mediatore, ma modificare l'ordinanza regionale va nella direzione invocata dalla Raggi. Una sponda che la sindaca e il Movimento hanno cercato con forza.
Torniamo però al vertice di ieri tra i tecnici: anche in quella sede l'Ama ha tenuto a puntualizzare che la piena applicazione dell'ordinanza è arrivata in ritardo e che per questo sarà necessario più tempo. La macchina organizzativa dell'azienda, anche a causa della mole di rifiuti ancora sui marciapiedi, fatica a mettersi in moto, tanto che ieri in alcuni impianti di trattamento del Lazio sono arrivati meno camion da Roma di quanti ne sarebbero stati accettati. Per capirci: a Colfelice (Frosinone), gruppo Saf, c'era spazio per i rifiuti contenuti in 18 camion, ma ne sono stati inviati solo 10.

LE NAVI
È necessario mettere in sicurezza il sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti di Roma in fretta, perché all'orizzonte appaiono altre nuvole, visto che la differenziata, anche fingendo di non vedere la crisi in corso, è sostanzialmente alla stessa percentuale del 2016, con appena tre punti in più. Questa crisi è cominciata perché non c'è stata una risposta realistica all'annuncio di Egiovi (vale a dire Colari, gruppo Cerroni, ma gestito da un commissario) che questa estate i due tmb di Malagrotta avrebbero lavorato 500 tonnellate giornaliere di rifiuti in meno a causa della manutenzione.

I lavori dovevano terminare il 13 settembre, ma è previsto almeno un mese di ritardo. C'è una indagine in corso sull'operato del passato dei tmb di Malagrotta, sono necessari degli approfondimenti con un incidente probatorio che congelerà i lavori. Il termine dei lavori slitterà di un mese. Per questo motivo si stanno cercando altre strade. L'Ama ha chiesto alla Regione Lazio di prorogare l'accordo con l'Abruzzo che già oggi lavora una parte dell'indifferenziato romano. Come anticipato dal Messaggero, si sta trattando con l'estero e, grazie anche a canali diplomatici, sta prendendo consistenza l'accordo con due inceneritori della Svezia. Da quest'estate Stoccolma, da ottobre Goteborg. Il materiale sarà trasportato con le navi, che partiranno dal porto di Civitavecchia, s'ipotizza in totale 20mila tonnellate che, settimana dopo settimana, andranno in Scandinavia. L'accordo dovrebbe avere una durata di tre anni con ulteriori quantitativi. Dice la sindaca: «È fondamentale il lavoro che stiamo facendo per trovare siti all'estero». Parla genericamente di siti, ma si tratta di inceneritori.
 
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