Emergenza rifiuti a Roma, Zingaretti cerca Costa: discarica subito o commissario

Emergenza rifiuti a Roma Zingaretti cerca Costa: discarica subito o commissario
di Francesco Pacifico
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Lunedì 16 Dicembre 2019, 09:28
Serve la copertura del governo, anche se l’ordinanza regionale che ha firmato oltre due settimane fa gli permetterebbe già d’intervenire. Ma Nicola Zingaretti prende tempo, prima di “commissariare” Virginia Raggi - o meglio, attivare i poteri sostitutivi - e dare il via libera alla scelta della discarica e dei siti di stoccaggio, che servono a Roma per uscire dall’emergenza rifiuti. E in quest’ottica soltanto un vertice a tre - con il presidente del Lazio, la sindaca e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa - può sbloccare l’impasse. L’incontro, però, non è stato ancora fissato. Difficilmente il governatore oggi firmerà l’atto con la nomina di un attuatore, di un suo delegato con poteri sui rifiuti come prevede l’ordinanza stessa. E non soltanto perché sempre oggi è impegnato nel lancio di un progetto targato Lazio Ambiente per costruire a Colleferro, dove c’è la discarica prossima alla chiusura, un impianto di economia circolare.
Mentre a Roma la raccolta dei rifiuti va avanti a singhiozzo e a macchia di leopardo (l’Ama fatica a ritirarli perché ha solo un terzo dei suoi camion disponibili) Zingaretti, racconta chi ci ha parlato, è convinto che questa settimana sarà decisiva. Ma a ora, con Raggi che fa preparare alla sua avvocatura un ricorso al Tar contro l’ordinanza regionale, non ci sono le condizioni per nominare un commissario. Che sarebbe facilmente impallinato dal Campidoglio e impossibilitato a lavorare. Anche se, sempre restando al fronte capitolino, Ama e pezzi dello staff della sindaca continuano a collaborare con la Pisana. Oggi, per esempio, l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, con i tecnici di Comune e Regione, andrà a ispezionare alcuni spazi messi a disposizione dalla Difesa per i siti di trasferenza.
Da qui la richiesta di Zingaretti al governo di una copertura politica che isoli Raggi e che si tradurrebbe in un vertice a tre da tenersi già nelle prossime ore per concordare il sito della discarica a Roma (le ipotesi restano Tragliatella. Falcognana, Monte Carnevale e l’Ardeatina) e/o gli impianti di stoccaggio.
Se il governo - che ha di fatto scaricato la sindaca - non interverrà, allora a Zingaretti non resterà che nominare entro la fine della settimana “l’attuatore”, che a sua volta indicherà gli impianti. Sempre in questa settimana è previsto un vertice in Regione tra i tecnici del governatore, l’Ama e Invitalia per scrivere il bando per inviare i rifiuti all’estero, come prevede l’ordinanza regionale. Negli stessi giorni Zaghis dovrebbe fare un altro passo avanti su un altro impegno prescritto dall’ordinanza: l’approvazione del bilancio 2017 entro il prossimo 31 dicembre, bloccato perché l’azionista, il Comune, non riconosce una posta di 18,2 milioni di euro legati ai servizi cimiteriali. A breve incontrerà i membri del collegio sindacale e i revisori, ai quali presenterà la bozza che supera l’impasse. Molte le novità. In primo luogo i tecnici dell’Ama hanno ricalcolato il debito da 18,2 milioni e sono arrivati alla conclusione che è di 23,2 milioni. Grazie ai pareri dei giuristi Marco Annoni e Enrico Laghi, sarebbe stata trovata una soluzione che metterebbe d’accordo Ama e Comune. Nel bilancio, il credito dei servizi cimiteriali sarebbe svalutato a un euro e inserito nel fondo di svalutazione, lasciando alle parti la possibilità di fare un arbitrato, come prevede il contratto di servizio, per capire una volta per tutte se quei soldi l’amministrazione li deve o meno alla sua controllata. Parallelamente Palazzo Senatorio è pronto a riconoscere all’azienda il ristoro di quasi il 70 per cento di un debito sui manufatti cimiteriali: su 42 milioni di euro richiesti ne verserebbe oltre 26. Se non bastasse dovrebbe saltare la maxi svalutazione legata all’operazione immobiliare sull’ex centro carni. I predecessori di Zaghis avevano calcolato una perdita sopra i 100 milioni, ma dopo una perizia del giurista Giovanni Fiori, la minusvalenza sarebbe dimezzata. Risultato? Il consuntivo 2017 che stando alle prime ipotesi si sarebbe chiuso in rosso di 136 milioni, potrebbe vedere il passivo intorno agli 80 milioni. 
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