Rifiuti Roma, no da tre regioni all'immondizia della Capitale: senza sito è emergenza

Rifiuti Roma, no da tre regioni all'immondizia della Capitale: senza sito è emergenza
di Fabio Rossi
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Domenica 30 Maggio 2021, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 14:49

In città i cassonetti tornano a riempirsi, e nei prossimi giorni - complice il lungo ponte a cavallo tra maggio e giugno - la situazione potrebbe ancora peggiorare. Ma, mentre Campidoglio e Regione continuano la loro battaglia a distanza sui nuovi impianti da realizzare, Roma e il Lazio devono fare i conti con un problema che nessuna ordinanza potrà risolvere: le regioni che in questi anni hanno accolto i rifiuti della Capitale hanno comunicato alla Pisana, in una serie di contatti informali, che non accetteranno più un grammo di spazzatura dalla Città eterna, sia da lavorare nei Tmb sia da smaltire in discarica. «Dal 30 giugno sarà impossibile trovare qualcuno che prenda i rifiuti di Roma», avverte l'assessore ai rifiuti del Lazio Massimiliano Valeriani.


GLI STOP
Le porte si chiudono una dopo l'altra: Emilia-Romagna - come dimostra anche lo stop da oggi della discarica di Sogliano, annunciato a Colari - quindi Toscana e Abruzzo (ma anche Campania e Sardegna) non vogliono sentir ragioni, nonostante le alte tariffe pagate da Ama. Lo stesso amministratore unico della municipalizzata, Stefano Zaghis, ha scritto in una missiva inviata a Comune, Regione e Prefettura di aver esaurito gli sbocchi finora trovati. Dietro a questi no le motivazioni sono fondamentalmente due: la prima di natura tecnica, perché i Tmb come quelli dell'abruzzese Deco hanno anticipato le manutenzioni; la seconda, più politica, è legata alle proteste dei territori, che non vogliono trasformarsi nelle pattumiere di Roma.

Aggiunge Valeriani: «Se il Comune di Roma annunciasse soluzioni concrete, a quel punto alcune regioni ci aprirebbero le loro porte perché considererebbero questi trasporti come temporanei - sottolinea l'assessore - Invece il Campidoglio ci chiede cose impossibili, come la riapertura della discarica di Colleferro, dando un messaggio in direzione opposta. Qui sta passando un concetto sbagliato che sia la Regione e non il Comune a occuparsi dello smaltimento: noi possiamo soltanto decidere le quantità e autorizzare i siti, non certamente aprire le discariche».


LA PROVINCIA
Pronti alle barricate, poi, i sindaci che gravitano intorno alla ex discarica di Colle Fagiolara. In una nota, oltre a respingere la richiesta della sindaca di Roma, i primi cittadini dell'area di Colleferro hanno scritto a chiare lettere i loro intendimenti: «Ormai lo abbiamo capito bene che la soluzione è sempre quella di non fare nulla e poi scaricare sugli altri, facendo, soprattutto in questa fase, politica e propaganda sui rifiuti - dicono gli amministratori dell'hinterland - Una cosa deve essere chiara, il nostro territorio sa farsi valere». E il centrodestra attacca: «Lo squallido ping pong tra la sindaca di Roma Virginia Raggi e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, sul tema dei rifiuti, sta assumendo ora dopo ora contorni grotteschi e al limite del ridicolo», sottolinea Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale. E il M5S punzecchia i candidati alle primarie del centrosinistra per il Campidoglio: «Sono d'accordo con la Regione Lazio? E allora dicano in quale municipio di Roma vogliono realizzare la discarica», dicono i parlamentari pentastellati Giulia Lupo e Francesco Silvestri.

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