Roma, il "signore dei diamanti" nei guai: ha autoriciclato 99 milioni. Tra i vip truffati anche Vasco Rossi

Maurizio Sacchi avrebbe truffato vip come Vasco Rossi e Federica Panicucci. I magistrati hanno sequestrato i suoi beni: le vittime sarebbero più di 600

Roma, il "signore dei diamanti" nei guai: ha autoriciclato 99 milioni
di Erika Chilelli
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Martedì 12 Luglio 2022, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 12:28

Lo chiamavano il signore dei diamanti, ma sono stati proprio i brillanti a far cadere l'impero di Maurizio Sacchi, 67 anni, amministratore delegato della Diamond Private Investment (Dpi spa), specializzata nella vendita di pietre preziose. Dal commercio dei diamanti, la società avrebbe guadagnato cifre da capogiro: 99 milioni e 413 mila euro. Un profitto, però, ottenuto secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, riciclando denaro derivato da una serie di truffe aggravate che avevano condotto all'arresto di Sacchi, il 3 luglio del 2020, all'aeroporto di Roma Fiumicino, mentre tornava da un viaggio. Tra le oltre seicento vittime del raggiro anche il cantante Vasco Rossi, la conduttrice Federica Panicucci, la showgirl Simona Tagli e l'industriale Diana Bracco. Ora l'imprenditore è imputato davanti al Tribunale di Roma per autoriciclaggio, la prossima udienza si terrà il 24 ottobre. La Procura gli contesta anche l'accusa di truffa in un procedimento separato in cui ci sono altri imputati.

I FATTI

Ad indagare sulla cascata di diamanti era stata, un po' come James Bond nell'omonimo film del 1971, la Procura di Milano nel febbraio del 2019. Le indagini, condotte dal pubblico ministero Maria Grazia Colacicco, hanno visto coinvolte 73 persone e molti istituti bancari, che, secondo quanto emerso, compravano dalla Diamond Business spa e dalla Diamond Private per poi rivendere i diamanti a prezzi molto più alti. Visto il coinvolgimento di più istituti bancari con sede a Roma, si è convenuto che la competenza territoriale per il proseguimento del procedimento penale appartenesse alla Capitale.
L'accusa di autoriciclaggio mossa a Maurizio Sacchi, nonostante i due procedimenti siano separati, resta strettamente collegata a quella per truffa.

Secondo quanto sostenuto dalla Procura di Roma, che lo ha rinviato a giudizio, avrebbe agito in concorso con altri soggetti, tra cui sua figlia e la compagna. Utilizzava la Dpi spa «per commercializzare diamanti a prezzi esorbitanti, in molti casi con la complicità delle banche - si legge nel capo d'imputazione - attraverso le quali i prodotti venivano pubblicizzati in maniera ingannevole». Poi, sempre stando all'accusa, avrebbe reimpiegato una parte dei profitti delle truffe - pari a 99,4 milioni di euro - nell'acquisto di nuovi diamanti (per 52,9 milioni di euro) e trasferendo altri 46,4 milioni di euro dalla Dpi ai conti corrente delle società controllate Diamond and Gold Distribution spa e Magnific spa.

 

LA DIFESA

Attualmente Sacchi è libero, ma i suoi beni sono ancora sotto sequestro: si parla di oltre 700 milioni di euro, quote societarie e attività finanziare per oltre 34 milioni di euro. «Sono tre volte che ci presentiamo e non si conclude nulla perché non vengono a testimoniare gli ufficiali della Finanza», ha commentato ieri a fine udienza l'avvocato Gian Domenico Caiazza, legale di Sacchi. «È un fatto che consideriamo molto grave perché noi vogliamo difenderci», ha aggiunto amareggiato.
 

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