Rami e foglie, resa del Comune «La raccolta affidata ai privati»

Rami e foglie, resa del Comune «La raccolta affidata ai privati»
di Laura Bogliolo
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Martedì 10 Marzo 2020, 09:28

Roma continua a essere sommersa da rami, foglie, resti di alberi caduti, potature e il Campidoglio cerca una nuova soluzione urgente per portarli via, provando a colmare le falle nella gestione del verde. Come? Chiede aiuto ancora una volta ai privati affidando a loro il compito di andare finalmente a ritirare quel che resta di sfalci e potature sulle strade. Montagne di ramaglie che riempiono ancora i marciapiedi al Flaminio, a Prati o a San Lorenzo. Si cercano, insomma, come sempre aziende per risollevare le sorti della Capitale e provare a risolvere il problema di rami e foglie lasciati a terra dagli operatori del Servizio giardini.
L'ESCAMOTAGE
Le aziende invitate a partecipare all'avviso dovranno portare via i rami, tagliarli se necessario, caricarli su un camion e trasportarli in un centro specializzato. Tutto gratuitamente, ovviamente, e in cambio avranno la possibilità di utilizzare il materiale legnoso come biomasse da cui produrre energia. La manutenzione delle rotatorie viene data (sempre con la formula della gratuità) ai privati in cambio di sponsorizzazioni. Lo sfalcio dell'erba è offerta alle aziende agricole che poi potranno utilizzarla per il bestiame. Ora tocca gestire l'emergenza rami non raccolti e si corre ai ripari ancora una volta facendo un appello alle aziende.
LA SCADENZA
L'avviso pubblico, diffuso il 6 marzo, offre il servizio sperimentale di «raccolta di materiale vegetale proveniente da sfalci e potature effettuati in economia dal personale del Dipartimento Tutela Ambientale al fine della valorizzazione delle biomasse vegetali». Si ha tempo fino al 27 marzo per candidarsi e ritrovarsi a caricare rami e quel che resta degli sfalci. «Il carico - si legge nell'avviso - previo eventuale taglio dello stesso, il trasporto presso impianti specializzati, è comprensivo di ogni onere e magistero per dare il servizio completo».
LO STOCCAGGIO
Cambierà anche un po' l'aspetto di alcuni parchi di Roma. Perché quel che resta delle potature verrà ammassato a villa Borghese, villa Pamphili e villa Ada. Gli altri luoghi di stoccaggio scelti sono il Semenzaio di San Sisto (Municipio I), via del Colle della Mentuccia (V) e la Pineta di Castel Fusano (X). Si tratta, precisa il Campidoglio, di un progetto pilota che durerà tre mesi. Nel documento si parla di cambio della «strategia operativa», e si sottolinea che «identificare le biomasse provenienti dalla manutenzione del verde esclusivamente come un problema è da ritenersi un errore grave di valutazione, dato il rilevante valore potenziale». Verrebbe spontaneo chiedere: se le ramaglie sono così importanti e strategiche, perché allora non si occupa direttamente il Campidoglio della loro trasformazione in energia? Ci guadagnerebbe il Comune, e quindi lo farebbero anche i romani.
LE DIFFICOLTÀ
Ma dopotutto ormai anche la semplice operazione della raccolta dei rami dalle strade e dai marciapiedi è diventata un'attività impossibile. E viene ammesso anche nell'avviso del Dipartimento Tutela Ambiente dove si legge che tra i vari aspetti della gestione del verde «che necessitano di una urgente soluzione, nell'ottica di nuova politica gestionale attenta alla qualità e alla sostenibilità delle attività operative, spicca il problema legato allo smaltimento dell'ingente massa di residui vegetali provenienti dalla quotidiana opera di cura di parchi, giardini, alberate».
Il Campidoglio, insomma, sembra lanciare l'ennesimo Sos verso i privati per tentare di gestire la manutenzione ordinaria del verde della Capitale più volte messo a dura prova negli ultimi anni. Ad aiutare il Comune da tempo sono scesi in campo i volontari di Retake. Ma anche loro, a causa dell'emergenza coronavirus sono costretti a fermarsi cessando di sostituirsi a giardinieri e netturbini. E sarà un altro duro colpo per il decoro di Roma.
 
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