Roma, le falle della stretta pullman: telecamere mai ordinate, sguarnito un varco su tre

Roma, le falle della stretta pullman: telecamere mai ordinate, sguarnito un varco su tre
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 22 Dicembre 2018, 09:28

La tagliola all'ingresso dei torpedoni nel cuore di Roma ha la lama sbeccata. Perché se è vero che dal prossimo primo gennaio, finalmente, i pullman carichi di turisti non potranno più fare ingresso in centro storico e per varcare i confini dell'Anello ferroviario dovranno pagare fino a 26mila euro l'anno - dieci volte tanto rispetto a oggi - va detto che meno di un accesso su tre sarà sorvegliato a dovere. Il Campidoglio, finora, è riuscito a piazzare le telecamere solo su 21 varchi dell'«Anello», ma ne restano scoperti altri 54. Un ritardo incomprensibile, se si pensa che della riforma dei bus, come ha ricordato l'altro ieri pure la sindaca Virginia Raggi, se ne parla da anni, da quando era in carica la giunta di Ignazio Marino.
Tempo per adeguare la sorveglianza, c'è stato e in abbondanza. Eppure la stretta, ora che mancano meno di dieci giorni, partirà monca. L'Agenzia per la Mobilità, partecipata al 100% dal Comune, sta facendo il possibile per accorciare i tempi; la gara per l'installazione delle nuove telecamere sarà sfornata entro Capodanno. Ma considerata la complessità dell'appalto, difficilmente i nuovi occhi elettronici saranno montati all'ingresso di questa vasta area semi-centrale della città prima dell'estate. Senza contare, poi, che avranno bisogno di almeno un mesetto di collaudo, toccherà infatti verificare che la videosorveglianza intelligente lo sia davvero. Che riesca, cioè, a riconoscere (e stangare) le targhe dei bisonti da 12 metri e passa, senza intercettare invece utilitarie e pulmini di più modesta cilindrata.

I VIGILI
Senza controlli, come è logico, anche la minaccia delle multe si trasforma in uno spauracchio inoffensivo. Il Comune, per tamponare la falla, potrebbe ricorrere a un impegno straordinario di vigili urbani, ma per tenere a bada tutti e 54 gli accessi sguarniti occorrerebbero all'incirca 200-250 agenti nell'arco delle 24 ore. Impensabile, considerato che la coperta nell'organico dei caschi bianchi è cortissima, programmare un dispiegamento del genere anche solo nel medio periodo. Insomma, i controlli straordinari affidati ai pizzardoni potrebbero essere messi in pratica al massimo per qualche giorno, non di più, a meno che non si taglino i servizi in altre zone della città.

SOLO UN CARTELLO
A oggi le telecamere, costate suppergiù 100 mila euro, sono puntate su via Marsala, vicino alla stazione Termini, su via Angelo Emo nei pressi del Vaticano, su viale Manlio Gelsomini accanto alla Piramide Cestia. Ma sono assenti del tutto in zone nevralgiche, si pensi solo a piazza di Porta San Giovanni: qui l'argine ai torpedoni è soltanto un cartello che vieta l' accesso «se non si è dotati di regolare permesso».
I 21 ingressi monitorati h24 sono le vie d'accesso principali, viene spiegato in Comune. Mentre i 54 tutt'ora sprovvisti di telecamere sarebbero per lo più strade minori, la cosiddetta viabilità secondaria. Ma non sempre è così. Mancano i controlli elettronici, per dire, a piazza di Porta Maggiore, a via Giolitti e viale Castro Pretorio, all'Esquilino, a via di San Pancrazio, a ridosso del grande parco di villa Pamphili, e spostandosi verso un'altra area molto frequentata, Porta Portese, le telecamere dovranno essere montate all'imbocco di su via Ettore Rolli. Per la stretta, garantisce il Campidoglio, non ci saranno rinvii, si è già perso troppo tempo. Per farla rispettare, con le telecamere, invece, bisognerà ancora avere pazienza.

 
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