Roma, assalto al portavalori con l’auto di un disabile: «Non ce l’hanno ridata»

Il Doblò usato per la rapina a Torre Angela del primo luglio è ancora sotto sequestro

Roma, assalto al portavalori con l’auto di un disabile: «Non ce l’hanno ridata»
di Raffaella Troili
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Sabato 30 Luglio 2022, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 23:21

Per chi si muove in carrozzina, non è libero di uscire come vuole, un'auto che lo porta al mare, o solo fuori dalle quattro mura è vitale. Per questo il padre di Jonathan, Giovanni Fontana chiede aiuto: «Quanto devo aspettare? Ridatemi il Doblò attrezzato per mio figlio disabile. Non so nemmeno dove sia». L'auto è stata rubata sotto casa in via Canzoni del Piave al Laurentino nel posto invalidi dove era parcheggiata il 28 giugno. «Pochi giorni dopo un amico di Jacopo, l'altro mio figlio, ci ha avvisati: c'è un furgone che sembra proprio il vostro, qui a Torre Angela». Il Doblò, con una targa rubata, era stato usato per mettere a segno una rapina a un portavalori, il primo luglio. «Sono andato sul posto, l'ho riconosciuto, tutto rotto, gli sportelli in strada. Mi hanno confermato che dentro c'era la pedana allungabile che permette alla carrozzina di essere agganciata». Da allora, il mezzo usato per speronare il portavalori e mettere a segno la rapina è sparito.

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LA TELEFONATA
«Sotto sequestro, non so dove sia, una settimana fa, il 22 luglio un ispettore gentilissimo della Squadra mobile di Roma mi ha chiamato per darmi qualche informazione, poi non ho avuto più notizie.

E mio figlio, 36enne, è costretto in casa, per metterlo in macchina ci vuole la gru e io non ce la faccio. Prima i ragazzi delle cooperative lo portavano in giro, faceva attività di fisioterapia all'Eur, a lui piace uscire, andare al mare, a Ostia, da un mese è bloccato in casa. Mi hanno ripetuto che sono in corso accertamenti, la macchina è stata smontata, tolti copri sedili e tappeti, cosa cercano ancora? Ho paura che l'auto si deteriori, ha gli sportelli e i vetri rotti, la batteria sarà andata giù, il blocchetto da rimettere, se dovesse piovere me la gioco. Voglio solo avere notizie. Qualcuno si metta la mano sul cuore per capire che si tratta di una questione umanitaria, che non mi hanno rubato la Ferrari ma una macchina che serve: è provvista dello scivolo per permettete la salita di mio figlio e dei ganci per bloccare la carrozzina. Non so più a chi rivolgermi per riavere l'auto ormai da un mese in un deposito giudiziario qualunque. Jonathan ci è rimasto malissimo, lo ho portato al mare per distrarsi un po' ma non è facile».

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Giovanni Fontana non solo aspetta il dissequestro ma non sa dove sia finita la sua auto. «Il 28 giugno quando non trovai la macchina sotto casa feci subito denuncia ai carabinieri, poi la scoperta: mi accertai che era la mia, gli sportelli laterali erano a terra, i vetri rotti, ho aspettato pazientemente ma dopo aver ricevuto una chiamata dalla Squadra mobile in cui mi dicevano che avrebbero provveduto a sollecitare il dissequestro non ho avuto più notizie». Restano le immagini di cronaca di quel Doblò blu usato per bloccare un portavalori davanti all'ufficio postale di via Antea tra spari in aria, una guardia giurata ferita, la paura nel quartiere. Poi la fuga di cinque banditi a bordo di altre due auto con un bottino di 350mila euro. Sullo sfondo quel furgone blu ammaccato. Sarà smontato pezzo per pezzo, a caccia di impronte e Dna. Ora il proprietario lo rivuole indietro, serve a Jonathan.
 

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