Si muove lungo tre direttrici il piano per rilanciare le periferie di Roma: ristrutturazione, rifunzionalizzazione ecosostenibile, più cultura e attenzione al sociale per fare in modo che quei luoghi, patrimonio della Capitale, si lascino alle spalle il degrado, il sottosviluppo e la criminalità. Cuba ben 180 milioni il rilancio di tre zone nevralgiche di Roma: Corviale, Santa Maria della Pietà, Tor Bella Monaca attraverso i fondi del Pnrr previsti nei cosiddetti “Piano integrati”. Entro il 21 marzo il ministero dell’Interno dovrà ricevere i progetti a cui Roma Capitale e l’assessorato all’Urbanistica, guidato da Maurizio Veloccia, con l’ausilio di tre Atenei (Sapienza, Roma Tre, Luiss) oltre che Regione, Asl Roma 1, Ater, Agenzia del Demanio sta lavorando per scrivere una nuova storia. «Questi progetti vengono fatti insieme alle istituzioni - spiega Veloccia - intervenire nelle periferie per far ripartire la città attirando investimenti privati e usando quelli pubblici per recuperare quartieri che sono rimasti indietro».
SERVIZI E CULTURA
Ecco allora che le risorse previste dal Pnrr saranno così ripartite: 50 milioni per Corviale, altrettanti per Santa Maria della Pietà e circa 80 milioni per interventi sul quadrante di Tor Bella Monaca-Tor Vergata.
«CITTADELLA DEL BENESSERE»
Passando al Santa Maria della Pietà il progetto punta a continuare sulla scia intrapresa anni fa dalla Regione per costituire una cittadella del “benessere” «Ci sarà il pieno recupero del parco monumentale attraverso la realizzazione di percorsi pedonali, ciclopedonali, la sostituzione degli arredi e delle alberature - entra nel dettaglio Veloccia - e di una parte dei padiglioni per fare in modo di completare il lavoro intrapreso anni fa al fine di creare una città del benessere sulla strada intrapresa dall’Asl Roma 1 e dunque una riqualificazione del museo della mente, spazi di carattere sociale, il potenziamento delle strutture per i minori, un consultorio, progetti di sostegno per l’autonomia femminile e dunque creazione di alloggi protetti». Ma anche qui si va oltre: passando dalla realizzazione di una nuova biblioteca pubblica a spazi di formazione, coworking, luoghi da dedicare alle start-up fino ad arrivare alla riqualificazione dell’intera area oggi occupata dal campo nomade di via Lombroso e al completamento del parcheggio pubblico di via Vinci. Infine Tor Bella Monaca dove si punta a riqualificare il complesso “R5” tra i più problematici perché piazza di spaccio e fortino di clan attraverso l’efficentamento energetico, il recupero degli spazi comuni da mettere a disposizione dell’associazionismo e dei comitati di quartiere per arrivare poi a creare un “legame” fisico con l’area di Tor Vergata. La dead-line è fissata al 2026: quattro anni di tempo per un riscatto possibile.