Roma, paziente morto di freddo: la responsabile della clinica Villa Giulia processata per omicidio colposo

Roma, paziente morto di freddo: la responsabile della clinica Villa Giulia processata per omicidio colposo
di Adelaide Pierucci
3 Minuti di Lettura
Domenica 18 Ottobre 2020, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 09:53

Il monitor non era vigilato, le porte spalancate e il cancello aperto. Nessuna tra le persone che avrebbero dovuto accudire o per lo meno stoppare l'allontanamento dei pazienti, quella notte del novembre 2017, si era accorta che da Villa Giulia Felicia, accogliente casa di cura di Colonna, fosse sparito un paziente. Così Angelo Laudoni, settantottenne romano, era stato ritrovato solo l'indomani mattina ormai intirizzito e in fin di vita, dopo una notte trascorsa all'addiaccio. Per quella morte assurda, ritenuta evitabile, il gip di Velletri Giuseppe Boccarato, ha disposto il rinvio a giudizio per omicidio colposo Anna Maria C., l'amministratrice unica della residenza e l'operatrice in servizio la notte incriminata, Halina W. Per l'anziano era il secondo giorno di ricovero. Reduce da due ictus aveva perso il senso dell'orientamento e in parte della memoria, quindi, i familiari, nella speranza di un accudimento full time, avevano optato per l'alloggio nella struttura. A sorpresa la sparizione. L'allarme nella casa di cura era scattato solo al mattino, ormai troppo tardi. Agli inquirenti è bastato acquisire i filmati del sistema di videosorveglianza per accertare l'accaduto. Tra le 23.43 e le 23.51 del 28 novembre ha ricostruito il pm Antonio Verdi - il paziente «era uscito dalla sua stanza, sceso al piano terra e, dopo aver percorso il viale di accesso, era uscito dal cancello inopinatamente aperto a quell'ora di notte abbandonando, senza rendersene conto, la casa di cura».

Covid Roma, morto un medico al San Camillo. L'Asl 5: «Bloccati i ricoveri»

Per la procura i responsabili della struttura in violazione dell'autorizzazione comunale, non avrebbero garantito la presenza di figure professionali qualificate e per di più «omesso di impartire disposizioni ma anche la vigilanza su di esse al fine di evitare che i pazienti non autosufficienti potessero allontanarsi soli dalla struttura».

All'operatrice, invece, è stato contestato di essersi distratta dalla vigilanza del monitor tanto da non accorgendosi che in meno di otto minuti un anziano era sfuggito al controllo. Il video che immortalava l'uscita dalla struttura è stato poi ritenuto inutilizzabile. Il giudice dell'udienza preliminare ha disposto l'acquisizione del verbale dei carabinieri in cui si ricostruisce passo dopo passo l'allontanamento dell'anziano. In pigiama e senza un riparo il pensionato era morto di stenti e di freddo, come confermato dal medico legale Filippo Milano. «Il decesso si verificava», ha scritto l'esperto, - «perché l'anziano, già affetto da gravi patologie cerebrali e cardiovascolari, trascorreva la notte al freddo notturno invernale, in condizioni meteorologiche caratterizzate da temperature molto basse che favorivano l'insorgere di un'insufficienza cardio-circolatoria con conseguente ischemia acuta». Gli operatori, solo al mattino, si sono accorti che il signor Laudoni non era nella sua stanza, ma neanche nel parco della struttura. L'anziano, trovato nelle vicinanze semi assiderato, è morto poco dopo all'ospedale di Frascati. I familiari, per ottenere giustizia, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., una società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che li ha assistiti in collaborazione con l'avvocato Marco Frigo del foro di Padova.

© RIPRODUZIONE RISERVATA