Patto della salute: medici, infermieri, ausiliari, obiettivo 7mila assunzioni

Patto della salute: medici, infermieri, ausiliari, obiettivo 7mila assunzioni
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 20 Dicembre 2019, 13:05
Quando all’Azienda ospedaliera Sant’Andrea è stato indetto un concorso per 258 infermieri, si sono presentati in 30.000. Settemila sono risultati idonei. Già questo spiega quanto sia alta l’attesa nella sanità per l’avvio delle assunzioni, che sono rimaste congelate per anni a causa del maxi debito del Lazio. In programma l’assessorato alla Salute della Regione Lazio ha in totale 5.000 nuovi arrivi, al 60 per cento infermieri e personale ausiliario, al 40 medici. Secondo l’assessore Alessio D’Amato, però, l’innalzamento dei tetti previsti dalla manovra e anche dal patto della salute firmato l’altro giorno alla conferenza stato-regioni, apre nuove possibilità, per raggiungere un totale di 7.000.

Le carenze maggiori, a Roma, sono in grandi ospedali, dal Policlinico Umberto I al San Giovanni, ma anche dalla province vengono segnalate carenze negli organici. In generale c’è la necessità di abbassare l’età media del personale, che a causa del blocco del turnover si è alzata. In particolare, è nei pronto soccorso che si aspetta l’immissione di forze fresche. Proprio ieri sono stati diffusi i dati di una ricerca svolta da Cittadinanzattiva e Simeu (Società italiana di medicina e emergenza-urgenza) svolta tra maggio e settembre. Per i codici bianchi l’attesa media è dai 102 ai 141 minuti. Rilevati però anche picchi fino a 6 ore per un bianco, più di tre per un verde e circa tre per un giallo. Nel settore dell’emergenza potrebbero esserci i benefici principali da un’altra misura prevista dal patto per la salute: visto che mancano i medici, ci sarà il via libera alla possibilità di fare contratti a tempo determinato anche agli specializzandi, fin dal terzo anno.

Sempre ieri, in consiglio regionale, con la relazione dell’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, è iniziato l’esame del bilancio di previsione. Tra le novità i 20 milioni per le imprese e i finanziamenti a sostegno delle imprese minacciate dalla criminalità. Ma i conti rimessi in sesto stanno anche consentendo alla sanità di uscire dal commissariamento. E questo ci fa tornale all’applicazione del Patto per la salute siglato tra Regioni e Stato. Più in generale, nel prossimo biennio c’è una quota aggiuntiva sul fondo sanitario nazionale, le risorse che vengono distribuite tra le regioni per i servizi sanitari. Questo dovrebbe valere per quanto riguarda il Lazio, che normalmente pesa per il 10 per cento, circa 350 milioni di euro aggiuntive che saranno destinati anche all’edilizia sanitaria e al rinnovo delle tecnologie.

Racconta l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato: «Sul tema delle risorse umane si agisce con una doppia leva e questo era assolutamente necessario, soprattutto per una Regione come il Lazio che ha vissuto la stagione del Commissariamento con il blocco del turnover.
Nei primi 6 mesi del 2019 abbiamo già reclutato oltre 2 mila unità di personale per il sistema sanitario regionale. Proprio alcuni giorni fa si è conclusa una delle principali procedure di concorso nazionale per infermieri con 30 mila partecipanti, 258 vincitori e 7 mila idonei». Il Patto incide inoltre anche sugli investimenti: previsto già dal prossimo anno un incremento di 2 miliardi (200 milioni circa la ricaduta sul Lazio) per le spese in conto capitale per le tecnologie, l’ammodernamento e i nuovi ospedali. In campo c’è un Piano da 1,4 miliardi di euro (ai quali si aggiungeranno 200 milioni). D’Amato: «Oltre all’investimento per il nuovo ospedale della Tiburtina (quadrante Est), che permetterà di drenare il flusso che proviene dalla terza città del Lazio, ovvero Guidonia, c’è il nuovo ospedale di Rieti (quadrante Nord). Chiusa poi la progettazione del nuovo ospedale di area disagiata quello di Amatrice, e poi altri interventi importanti per l’ospedale Grassi di Ostia (55 milioni di euro) e il Policlinico Umberto I».
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