Roma, Getty salva i tesori di Barberini: donati 250 mila euro per restaurare la grande Sala del Trono

Roma, Getty salva i tesori di Barberini: donati 250 mila euro per restaurare la grande Sala del Trono
di Laura Larcan
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Martedì 7 Giugno 2022, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 07:51

Costantino trionfante nella luce divina, Massenzio travolto dalla furia del declino, Bacco e Arianna in un gioco di danze sensuali. Per gli eroi apollinei e dionisiaci dei Barberini arriva un super mecenate d'oltreoceano come Getty. Un'operazione che a Roma non ha precedenti. È la prima volta che l'illustre Fondazione filantropica di Los Angeles, legata alla figura storica di Jean Paul Getty, sbarca nella Capitale per uno speciale progetto di restauro. Palazzo Barberini, sede delle Gallerie nazionali d'Arte Antica dirette da Flaminia Gennari Santori, si è aggiudicato infatti un finanziamento di 250mila euro per inaugurare il mega-cantiere di restauro della Sala del Trono, operazione che rientra nel progetto Conserving Canvas che Getty dedica ai temi della salute dei dipinti su tela, «con lo scopo di favorire la trasmissione dei saperi fra le generazioni», come spiegano dall'istituzione.
Già, trasmissione. Perché bisogna immaginare che dal 4 luglio al 17 settembre nel Palazzo scrigno, dove hanno gareggiato in estro e virtuosismo i grandi del 600 come Bernini, Borromini e Pietro da Cortona, aprirà un cantiere-scuola per nove restauratori borsisti selezionati da tutto il mondo che lavoreranno in squadre al fianco dei tecnici del museo. E c'è quasi da immaginare lo sguardo fiero del cardinale Francesco Barberini lui che nel 600 orchestrò i fasti della Sala del Trono del palazzo di famiglia con le tre gigantesche tele.
Protagoniste, allora, la Battaglia di Costantino e Massenzio di Carlo Viva, detto Carluccio Napoletano, copia certosina del famoso affresco vaticano di Giulio Romano di quasi sei metri per tre, e le due titaniche composizioni pittoriche di Giuseppe Belloni, incastonate tra il 1665 e il 1673 per sostituire, su richiesta appunto del cardinal Barberini, gli originali precedentemente commissionati a Giovan Francesco Romanelli ma inviati come dono diplomatico dei Barberini al Re d'Inghilterra Carlo II. Occhi all'insù, quasi a volo d'uccello su questi sconfinati murali che evocano Le nozze di Peleo e Teti e Bacco e Arianna, di oltre sette metri di lunghezza per tre d'altezza.

 


LE CURE
Di cosa soffrono? Di problemi strutturali, essendo dipinti di dimensioni eccezionali.

Le cure si concentreranno, dunque, su interventi di rinforzo strutturale, avvalendosi di adesivi a base acquosa, non tossici, rispettosi dell'ambiente, sostenibili e reversibili. Nel dettaglio, l'équipe di restauratori sarà organizzata in tre squadre diverse che interverranno in tre fasi distinte sulle rispettive tele, attraverso speciali workshop tra luglio e settembre(4-16 luglio, 25 luglio-6 agosto, 5-17 settembre). Il bello è che grazie a Getty la Sala del Trono diventerà un cantiere aperto che consentirà al pubblico di seguire le diverse fasi delle operazioni, e di assistere, grazie ad una serie di appuntamenti dedicati, alle spiegazioni delle attività in corso. Tutti i materiali e le riflessioni emerse dai workshop confluiranno in un convegno a fine ottobre. «Il progetto - spiega Flaminia Gennari Santori - è stato possibile grazie alla stretta relazione tra il nostro museo, un'istituzione internazionale di altissimo profilo come la Getty Foundation e un operatore privato, la C.B.C., Conservazione Beni Culturali, importante impresa di restauro che collaborerà strettamente per l'esecuzione dei lavori: una dimostrazione di come la collaborazione di diverse realtà e competenze permetta di realizzare progetti di grande ambizione e di grande qualità».

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