Alfonso Sacchi: «Ergastolo per i killer di mio figlio Luca e Anastasia ora dica la verità»

Luca Sacchi con la fidanzata Anastasia
di Alessia Marani
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Domenica 17 Maggio 2020, 11:49

Alfonso, domani inizierà il processo agli assassini di suo figlio, Luca Sacchi. Valerio Del Grosso, l'autore materiale del delitto, che sparò con la pistola avuta da Marcello e Armando De Propris, e Paolo Pirino, l'amico che lo accompagnò armato di mazza da baseball. Soprattutto ci sarà Anastasia Kylemnyk, la fidanzata di Luca. Che cosa vi aspettate lei e sua moglie Tina?
«Noi vorremmo che dopo tante bugie e parole non dette, finalmente, ci dicessero come è andata. Ma dubitiamo che cambino la linea intrapresa finora, quella di avvalersi della facoltà di non rispondere. Per quanto riguarda Anastasia, lei allontanandosi da noi, sparendo dopo la morte di Luca ha, di fatto, già ammesso la sua consapevolezza. Il suo comportamento freddo e distaccato per noi è la prima prova di colpevolezza. Se aveva la coscienza a posto a quest'ora stava qui a piangere accanto a noi».
Domani la rivedrete...
«Già, mentre Del Grosso e Pirino saranno collegati in video conferenza dal carcere. Vede, nonostante la rabbia, nonostante i veleni, non le nascondo che mia moglie e io, in cuor nostro, anche adesso che le sto parlando, sentiamo di volerle ancora un pizzico di bene, gliene abbiamo voluto, per noi è stata come una figlia. Ho sperato durante tutto questo tempo che Anastasia un giorno ci telefonasse, che venisse a citofonarci anche di notte, anche di nascosto dai suoi avvocati e dai suoi familiari, se il non parlare è stata una scelta difensiva imposta, presa da uno scatto d'orgoglio e di umanità. Se si fosse comportata onestamente, è il nostro cruccio, verso di noi avrebbe agito in tutt'altro modo. Ma adesso voglio solo giustizia».
Parte il processo, una prima giornata diciamo interlocutoria, poi altre tre sedute il 18, il 22 e il 25 maggio. Si comincerà a scrivere un nuovo capitolo di questa tremenda vicenda. Cosa succederà?
«Forse non l'ho mai detto apertamente, ma voglio ringraziare i carabinieri che in breve termine e con efficienza hanno fatto luce sull'omicidio. Ora ci aspettiamo altrettanto dalla magistratura. Vogliamo potere continuare a credere nella giustizia. La prima cosa che abbiamo insegnato ai nostri figli è il valore dell'educazione e del rispetto per gli altri. Quando tutto questo finirà e rimarremo con il nostro dolore, vorremmo potere dire, idealmente, al nostro Luca: Figlio nostro, hai avuto giustizia».
Dunque, una condanna severa per Del Grosso?
«Non solo per lui, ma anche per il complice che ha colpito al volto Luca con una mazza di ferro, avrebbe potuto ucciderlo anche lui con tanta violenza, Luca ha tentato di difendersi. Entrambi, sia Del Grosso che Pirino, meritano l'ergastolo. Luca è morto, qualcuno dovrà pagare. Lo hanno abbandonato lì, sono scappati tutti, anche un altro ragazzo che era con loro. Perché lo hanno fatto?».
Non ci sarà Giovanni Princi in aula, che ha scelto il rito abbreviato. Era l'amico di Luca che avrebbe organizzato la trattativa per la compravendita della droga a cui era presente Nastjia che aveva mostrato ai pusher il suo zainetto con i 70mila euro dentro. Fra l'altro al ragazzo hanno concesso i domiciliari.
«Princi è uscito dal carcere per buona condotta e agevolato anche dall'emergenza coronavirus. In fondo è stato trattato come qualsiasi onesto cittadino in quest'ultimo periodo: ai domiciliari in casa senza potere uscire. Lo trovo assurdo. Mi hanno detto che la sua è una famiglia per bene, di brave persone. Ma anche in questo caso non c'è stata nemmeno una parola di vicinanza e conforto nei nostri confronti. Da padre a padre, da madre a madre, ci saremmo aspettati una parola, un gesto... Nemmeno quello è arrivato».
Come state?
«Io mi faccio forza, ho riaperto il ristorante per l'asporto, anche se si lavora poco o nulla ma almeno, per qualche momento, provo a pensare ad altro. Mia moglie è un vulcano dentro, ha rabbia, odio, amore, dolore che la tengono in tensione. Per la prima volta entreremo in un tribunale coi nostri legali, Armida Decina e Paolo Salice. Ma io ora darei tutto: il ristorante, la mia casa, la mia macchina, tutto quello che ho per rivedere mio figlio anche solo un istante davanti. Luca viene prima di tutto, Luca deve avere giustizia».

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