Roma, ucciso in strada a 45 anni: stava tornando in carcere. La pista della faida tra clan

Roma, ucciso in strada a 45 anni: stava tornando in carcere. La pista della faida tra clan
di Marco De Risi
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Domenica 26 Gennaio 2020, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 03:13

Omicidio a Roma al Nuovo Salario ieri sera. Alle 23.30 Gentian Kasa, di nazionalità albanese è stato ucciso in strada, freddato con due colpi di pistola, uno alla testa e uno al torace. La vittima, 45 anni, era in permesso premio ed era andato a trovare la moglie in via Gabrio Casati, una parallela di via Monte Cervialto. In passato era finito nei guai per questioni di stupefacenti.

Sarebbe dovuto tornare nel carcere di Rebibbia, ha salutato la famiglia, ha preso l'ascensore, aperto il portone, ma dopo pochi passi i due spari. Si è trattato di una esecuzione, un omicidio a sangue freddo, premeditato.

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GLI SPARI
Gli infermieri del 118 hanno tentato di rianimare la vittima che però è morta sul colpo. Il corpo è stato ritrovato a terra, accanto a una Toyota Grigia parcheggiata. I soccorritori hanno coperto la vittima con un telone verde e poi con il suo piumino. I proiettili hanno forato due auto in sosta.

Aveva precedenti penali, stava scontando una pena definitiva, aveva scontato molti anni di carcere e doveva rientrare a Rebibbia ma il killer lo stava aspettando sotto casa. Gli investigatori della polizia stanno cercando di ricostruire le ultime ore dell'uomo, i suoi spostamenti e gli ultimi contatti avuti. Poco dopo l'omicidio, sul posto è arrivato il fratello della vittima, un ventenne, disperato che urlava e piangeva. Saranno gli agenti della Squadra Mobile a tentare di delineare il quadro dentro il quale l'omicidio è maturato. Intanto una cosa è certa: siamo al confine con il Tufello, una delle tante piazze di spaccio della capitale, vicina a SanBa, l'altro bacino di diffusione di ogni tipo di droga, in mano alla criminalità organizzata.

LE INDAGINI
GLi investigatori pensano a una faida tra clan. Per comprendere l'esecuzione operata freddamente si deve ricordare che le zone di Tufello e San Basilio sono l'epicentro di traffici illeciti da tempo, gambizzazioni nonché omicidi. E gli ultimi blitz delle forze dell'ordine sono proprio la risposta alla macchina della criminalità che stringe i due quartieri. Le investigazioni hanno indicato come malavita di spessore e ndrine si fossero alleate con potenti criminali albanesi. Le inchieste hanno sempre indicato come ci siano stati dei vasi comunicanti tra le piazze di spaccio di San Basilio e quelle del Tufello. I capi della macchina dell'illegalità, gli organizzatori e poi in strada decine di pusher pronti a vendere dosi di coca, hashish e marijuana. Soltanto lunedì scorso i militari del Nucleo operativo hanno dato seguito a un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luigi Balestrieri. Il provvedimento ha portato all'arresto di 21 persone scoperchiando un'organizzazione guidata dai fratelli Alfredo e Francesco, detto Ciccio, Marando, appartenenti all'omonima ndrina calabrese di Platì. Oltre a gestire la piazza di San Basilio l'organizzazione riforniva di droga anche altre due organizzazioni capitanate rispettivamente da Enrico Cavalieri e dai fratelli Claudio e Simone Di Francescantonio.

LA SCIA DI SANGUE
A Roma si continua a sparare, a uccidere, a mettere in atto esecuzioni in mezzo alla strada.
Dall'omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il 7 agosto scorso nel parco degli Acquedotti a Cinecittà, a quello di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni morto la notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso davanti al John Cabot pub, all'Appio, ucciso da colpo di pistola alla testa. Il processoper l'omicidio del giovane inizierà il 31 marzo. La Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per sei persone tra loro Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, autori materiali dell'omicidio. Per la vicenda legata alla vendita di sostanze stupefacenti a processo anche Anastasia, fidanzata di Luca e Giovanni Princi.
 

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