Occupazioni con premio, per Raggi 516 euro al mese non bastano: l’assegno ai fuori legge cresce di un terzo

Asse con la Regione a trazione Pd: dopo l'Ater agli inquilini irregolari anche le case comunali
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 29 Febbraio 2020, 12:50
Dopo avere chiesto, a braccetto col Pd, il congelamento del piano degli sgomberi sfornato l’estate scorsa dal prefetto - piano in sette anni e quindi già formato lumaca - ora la giunta di Virginia Raggi ha deciso di varare un pacchetto di aiuti extra agli occupanti illegali dei palazzi da liberare. Non bastavano i 516 euro al mese offerti come “ bonus affitto” l’anno scorso: quell’assegno è stato appena ritoccato all’insù. E non di poco, ma di oltre il 35 per cento. Gli inquilini fuori legge potranno dunque incassare dall’amministrazione di Roma 700 euro al mese, a patto che riescano a trovare una sistemazione dove andare lasciando gli immobili di cui si sono impossessati violando la proprietà privata. Il «contributo mensile» è stato aumentato dalla giunta capitolina, senza annunci, pochi giorni fa: il 21 febbraio. Si è deciso di «integrare» l’assegno ipotizzato nel 2019, che prevedeva di liquidare agli occupanti che lasciavano i palazzi occupati «516 euro al mese». Importo che, a detta del Campidoglio, non sarebbe in linea con i valori di mercato. Così ora il gettone offerto da Palazzo Senatorio si gonfia con altri 184 euro. Il totale, come detto, è di 700 euro al mese. Quanto costa l’operazione alle casse già vacillanti del Comune di Roma? Quasi 3 milioni di euro. Per l’esattezza, 550 mila euro saranno racimolati attingendo al bilancio di quest’anno; altri 800mila nel 2021, stesso importo del 2022. Resterebbero da trovare altri 800mila euro, previsti per il 2023. La cifra «dovrà essere prenotata all’interno delle scritture contabili dell’Ente da parte della Ragioneria generale», si legge nell’atto appena approvato dalla giunta.

GLI ALLOGGI PUBBLICI
E - come si sente dire in certi programmi tv - non finisce mica qui: in perfetta sintonia con quanto deciso dal Pd alla Regione Lazio, anche il Comune ha deciso di assegnare una quota delle case popolari a chi ha occupato un immobile in barba alla legge. Gli assessori capitolini al Patrimonio e alle Politiche Sociali, con una direttiva del 30 gennaio, hanno sollecitato i rispettivi dipartimenti «per l’assegnazione di alloggi di Edilizia residenziale pubblica, da destinare all’emergenza abitativa». Tradotto: agli occupanti. Sempre nella delibera approvata il 21, si parla esplicitamente degli inquilini illegali già censiti e si chiede di calcolare di «quelli da trasferire negli alloggi ERP destinati all’emergenza abitativa, individuando tra gli alloggi messi a disposizione dal dipartimento Patrimonio per il co-housing» il modello «più adeguato ai singoli nuclei». Già la Regione, come svelato dal Messaggero, varando il collegato al bilancio, ha previsto di destinare quasi 5mila case popolari agli inquilini illegali: il 10% dei 48mila appartamenti gestiti dall’Ater. Anche se quelli effettivamente liberi sono molti meno, qualche centinaio. Nel frattempo gli sgomberi restano paralizzati.

TUTTI I RINVII
Le scadenze fissate a luglio 2019 sono già saltate: l’anno scorso avrebbero dovuto essere liberati due palazzi.
Uno a viale Caravaggio a Tor Marancia, l’altro a Torpignattara, la sede dell’ex Asl Roma C di via Tempesta. Entro marzo, poi, era in calendario lo sgombero di un altro stabile sulla Prenestina. Tutti obiettivi falliti. Ancora deve essere liberato il primo palazzo in lista. Dopo il vertice della scorsa settimana, il Comitato per l’ordine pubblico si rivedrà a metà del mese prossimo. Ma neanche quella data sarà decisiva. L’orizzonte per lo sgombero di viale Caravaggio, spiega chi ha partecipato alle riunioni in Prefettura, è stato spostato a giugno. Sempre che non si registri l’ennesimo rimando. Nel frattempo il conto dello Stato - e quindi di tutti i contribuenti - cresce ogni giorno che passa. Solo per l’immobile di Tor Marancia la Prefettura paga 260mila euro di danni al mese. 
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