Roma, tornano le occupazioni: blitz dei centri sociali nello stabile del Mef

Roma, tornano le occupazioni: blitz dei centri sociali nello stabile del Mef
di Emiliano Bernardini e Camilla Mozzetti
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Lunedì 7 Marzo 2022, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 09:47

Il blitz degli illegali è scattato all'alba di ieri. Una ventina di ragazzi si è introdotta in uno stabile che in passato è appartenuto alla Regione Lazio (ora in mano a Invimit, società di gestione del risparmio del Mef), occupandolo. Erano anni che a Roma non si verificavano occupazioni. L'ultima fu nel 2020 al parco Schuster, ma lo sgombero fu pressoché immediato. Fumogeni, bandiere e uno striscione sulla facciata principale che recita: «Laboratoria Ecologista Autogestita». Il tutto con buona pace della polizia colta alla sprovvista e che ora presidia l'esterno dello stabile senza la possibilità di poterlo sgomberare. L'immobile al momento dell'occupazione era vuoto. Attualmente si trova in fase di commercializzazione e Invimit (la società che lo gestisce) recentemente ha ricevuto molte manifestazioni di interesse di possibili locatari. E che ora rischiano di sfumare. La stessa società saputo dell'occupazione da parte dei ragazzi dei centri sociali ha subito provveduto a sporgere denuncia. Il fatto che l'occupazione sia ecologista rappresenta un'assoluta novità nel panorama delle occupazioni illegali. E che nulla ha a che vedere con quelle legate all'emergenza abitativa (sempre gravi). Anzi i collettivi dei centri sociali, in questo caso, hanno ignorato la politica del Comune, che è quella di dare alloggio alle famiglie in difficoltà abitativa. Ma in questo caso non c'è alcuna esigenza di trovare una casa.


«RISTABILIRE LA LEGALITÀ»
«Una cinquantina di persone, uomini e donne di giovane età, sono entrati abusivamente nella palazzina all'interno del Parco della Caffarella. Nei progetti della Regione, doveva essere la sede del Parco Regionale dell'Appia Antica e dei presidi del Corpo Forestale e della Protezione Civile. Chiediamo alle forze dell'ordine di intervenire tempestivamente per ristabilire la legalità. Come mai lo stabile non è mai stato utilizzato? Come è possibile che avvengano ancora oggi queste occupazioni abusive?» dicono, in una nota congiunta, Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Regione Lazio, Andrea de Priamo e Lavinia Mennuni, consiglieri capitolini di Fdi e Cristina De Simone e Umberto Matronola consiglieri del VII municipio.

Fuori dai cancelli campeggiano una bandiera della pace e a fianco una del movimento No Tav. E ancora quelle triangolari della YPG, Unità di Protezione Popolare la milizia presente nelle regioni a maggioranza curda nel nord della Siria e quella della YPJ, Unità di Protezione delle Donne. E infine quella rossa con una stella all'interno del Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Una scritta rossa su cartoncino bianco annuncia: «Assemblea pubblica ore 11». Tutte sigle attenzionate dalla Digos.


LA POLITICA DEL COMUNE
Un'occupazione che non ha motivo di essere, perché, tra l'altro, non usa neanche il pretesto dell'emergenza abitativa. Un fronte, quest'ultimo, che ha spinto Gualtieri alla nuova delibera per gli indirizzi per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica da destinare all'emergenza abitativa: l'idea dell'amministrazione è di aumentare dal 15 al 25 per cento l'aliquota di case riservate a situazioni di disagio. Tutto questo mentre si profilano i possibili sgomberi che dovrebbero essere programmati nei prossimi tempi: l'ex clinica occupata Villa Fiorita, in via di Torrevecchia, e l'edificio di viale delle Province, in cima alla lista di priorità decise nelle riunioni a Palazzo Valentini. Ma non è il caso di questo sparuto gruppo di abusivi.


LO STABILE SCELTO
Villa Greco, questo era in nome originario dello stabile che è stato occupato, in passato fu acquistata dalla Regione Lazio che l'ha trasformata nella sede del Corpo Forestale e della Protezione Civile. Da oltre dieci anni però è in disuso, nessuno ne ha più varcato i cancelli. Tanto che è del 2018 la decisione di metterla all'asta. Asta che però andò deserta. Ora è nuovamente sul mercato affidata a Invimit per un' altra asta. La scelta del luogo non è affatto casuale come lasciano intendere gli occupanti: si trova a pochi metri dal Ministero della Transizione Ecologica che da mesi è diventato luogo davanti cui si susseguono manifestazioni per il clima, con la richiesta di avviare un cambiamento concreto.

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