Roma, non solo bisogni spirituali: debutta in tre chiese l'infermiere di parrocchia

Roma, non solo bisogni spirituali: debutta in tre chiese l'infermiere di parrocchia
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Venerdì 13 Dicembre 2019, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 22:09
Non solo bisogni spirituali: la parrocchia è sempre di più un polo sociale nella grande Capitale. Non solo: con l'invecchiamento della popolazione, ci sono anche necessità specifiche legate alla salute. Così debutta a Roma l'infermiere di parrocchia: in questa fase sono coinvolte le chiese di San Saturnino (piazza san Saturnino, quartiere Trieste) , Nostra Signora del SS. Sacramento e Santi Martiri Canadesi (via G.B. De Rossi, Nomentano)  e San Pio V (largo San Pio V, Aurelio).

È stato infatti firmato ieri mattina dal direttore generale dell'Asl Roma 1, Angelo Tanese e dal vescovo ausiliare delegato per la Pastorale della salute, monsignor Paolo Ricciardi, l'accordo esecutivo per la sperimentazione del progetto . Obiettivo: favorire una presenza e una collaborazione degli operatori sanitari dell'azienda con la rete sociale delle parrocchie, in modo da raggiungere le persone con il maggior bisogno di cura e assistenza, promuovere la salute e la prevenzione, facilitare i percorsi di accesso alle cure.

Le tre parrocchie individuate nell'accordo si uniscono alla parrocchia di Selva Candida, già oggetto di accordo con la Diocesi di Porto-Santa Rufina.
La sperimentazione partirà, oltre che nella Asl Roma 1, anche nelle Aziende Sanitarie Cuneo 2 e Matera, che hanno sottoscritto analoghi accordi con le diocesi di riferimento. A partire da oggi, aggiunge la Asl, inizia un percorso di formazione che coinvolgerà infermieri e referenti delle comunità parrocchiali, per condividere obiettivi, strumenti e modalità operative di un prototipo di infermiere di comunità in parrocchia. Il progetto è promosso dall'Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei, che si avvale del supporto tecnico della Asl Roma 1. 
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