Nove medici indagati con l'accusa di omicidio colposo. E altra documentazione medica sequestrata. Si profilano complessi gli accertamenti sulla morte di Erika De Leo la trentenne romana che si è spenta la notte del 5 novembre al Sant'Eugenio subito dopo aver partorito la secondogenita, un batuffolo di poco più di un chilo. La procura, come primo atto, ieri, ha proceduto all'iscrizione nel registro degli indagati l'intera equipe medica presente al parto e alle difficili fasi successive. Un atto dovuto, per ora, recapitato a nove camici bianchi, tra chirurghi ginecologi e anestesisti, dell'ospedale di via dell'Umanesimo, per permettere loro di partecipare agli atti istruttori e nominare un consulente affinché assista alle operazioni autoptiche, avviate nella stessa giornata. Gli esami per accertare le cause della paziente, però, non sono stati completati. Si riapriranno i primi di dicembre per verificare se l'emorragia che ha portato nel giro di poche ore alla morte la donna sia stata causata da una placenta detta tecnicamente accreta, quindi aderente all'utero (non diagnosticata in precedenza dal ginecologo), o causata dalle manovre dell'intervento, un parto d'urgenza. Una perdita che ha lasciato nella disperazione i genitori della giovane donna, ma anche il compagno.
Senza il consenso delle pazienti asportava utero e chiudeva le tube: medico arrestato
LA RICOSTRUZIONE
Roma, Erika muore a 31 anni durante il parto: nove indagati al Sant'Eugenio

di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 08:03
- Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 11:23
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