Movida, Raggi avverte i vigili: «I divieti ci sono, dovete farli rispettare»

Movida, Raggi avverte i vigili: «I divieti ci sono, dovete farli rispettare»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 9 Giugno 2020, 06:52

Non sono affatto piaciute in Campidoglio e negli uffici della sindaca Virginia Raggi le immagini di una Roma sregolata dove le piazze della movida sono tornate a trasformarsi in piazze di folla, talmente piene di giovani da non poter distinguere l'asfalto sul terreno. E no, non servono nuovi provvedimenti - come ordinanze più restrittive - nei confronti dei locali pubblici che in questo momento di pandemia da Covid-19, con l'avvio della Fase 2, stanno cercando di risalire la china. Ma soprattutto - è questa la riflessione che si è fatta anche dentro la Giunta - non serve porre nuovi divieti se le regole già esistono e bisogna però farle rispettare. Compito che compete in primis al corpo della municipale. Quali sono queste regole? Dove e quando sono state scritte, approvate ed emanate? È tutto contenuto nel Regolamento di polizia urbana che lo scorso anno è stato approvato dall'Assemblea capitolina e regola già, ad esempio, il comportamento per il Consumo, somministrazione e vendita al dettaglio o per asporto di bevande alcoliche, superalcoliche o comunque detenute in contenitori di vetro, elencato pedissequamente nell'articolo 28 del Regolamento.

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Nel testo vengono annoverate le fasce orarie oltre le quali non si può vendere per asporto o consumare in strada. «Dalle ore 22.00 alle ore 7.00 è vietata la vendita di bevande alcoliche e superalcoliche per asporto». Sempre nella stessa fascia oraria, recita il Regolamento, «Nelle strade pubbliche o aperte al pubblico e nelle aree verdi non recintate, è altresì vietato il consumo di qualsiasi bevanda in contenitori di vetro». Dalle 23 poi, e sempre fino al mattino, «È vietato il consumo in strada di bevande alcoliche e superalcoliche in ogni genere di contenitore», mentre dalle 3 del mattino scattano divieti e chiusure: tutti a nanna. Ma è chiaro che se non ci sono sufficienti controlli, il testo «resta lettera morta» analizza qualche assessore.

La sindaca dopo le scene dello scorso weekend ha dato mandato al comando generale di intensificare i controlli al fine di garantire la libertà espressiva dei giovani, tutelare gli esercenti, ma anche il rispetto delle regole - soprattutto in un momento di emergenza sanitaria - e la quiete dei residenti. Non una vera reprimenda al corpo dei vigili, guidato ancora dal comandante Antonio Di Maggio prossimo a lasciare l'incarico per sopraggiunti limiti di età, quanto un invito a monitorare con più attenzione le piazze calde di Roma e fare in modo che proprio il Regolamento di polizia urbana non si trasformi in carta-straccia.

GLI AGENTI IN SERVIZIO
Dall'altra parte ci sono loro, i vigili, che in queste settimane di pandemia hanno risposto alle varie esigenze: dai controlli sugli spostamenti in pieno lockdown alle verifiche sulle riaperture dei locali e sul rispetto delle disposizioni varate dal governo e, a cascata, dalla Regione Lazio con le varie ordinanze con le linee guida per la ripartenza. Ma in fatto di movida è evidente che si deve fare di più. Attualmente ad occuparsene sono i cosiddetti gruppi speciali del corpo - il Gssu e lo Spe - fanno sapere da alcuni gruppi territoriali, che contano in tutto circa 150 agenti impegnati nelle verifiche notturne nei luoghi di ritrovo giovanile. Agenti che si affiancano al già nutrito dispiegamento di forze dell'ordine (polizia, carabinieri e militari dell'esercito). È chiaro che la sola municipale con 150 uomini non può garantire presidi fissi in tutte le piazze del divertimento «Ma - osserva qualche assessore - Ci sono state nuove immissioni proprio nel corpo della polizia locale, che compiti hanno?».

L'INCONTRO
Intanto l'argomento sicurezza sarà oggi oggetto di una video riunione che si terrà tra Viminale - nella figura quasi certa del ministro Luciana Lamorgese - e i sindaci delle 14 città metropolitane d'Italia. All'ordine del giorno dovrebbe esserci anche il capitolo movida, considerato che il tema è delicato non solo nella Capitale ma anche in molte altre grandi città del Paese: da Milano a Napoli. E non è solo un problema di folle e resse in ambienti pubblici quando il coronavirus ancora non è stato battuto. C'è anche l'incolumità delle persone da dover garantire, visti gli episodi di violenza che si sono verificati al Nord ma anche nella Capitale.

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