Roma, minimarket chiusi alle 22: stop al Pigneto e Tor Bella Monaca

Dopo il I e il II l’ordinanza del Comune viene estesa anche ai municipi V e VI. «Questi esercizi alimentano la malamovida e generano problemi di ordine pubblico»

Roma, minimarket chiusi alle 22: stop al Pigneto e Tor Bella Monaca
di Francesco Pacifico
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Giovedì 10 Marzo 2022, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 10:18

Estesa anche al Pigneto, a Tor Pignattara e a Tor Bella Monaca l’ordinanza anti movida per chiudere in anticipo i minimarket. Ieri sera il sindaco Roberto Gualtieri ha prorogato (fino al 22 aprile) l’atto che impone nel weekend agli esercizi di vicinato di abbassare la saracinesca alle 22 della sera e di riaprire alle 5 del mattino seguente: ma stavolta non vale soltanto nel I e nel II Municipio, ma anche nel V e nel VI. Zone dove i minimarket non soltanto sono stati imputati di alimentare la cattiva movida, ma anche di aver rallentato il traffico dei veicoli e di aver creato problemi di ordine pubblico.

A gennaio le due minisindache del I e del II Municipio, Lorenza Bonaccorsi e Francesca Del Bello, chiesero all’amministrazione comunale provvedimenti draconiani contro la malamovida.

Anche perché nei loro territori rientrano le bar street di Campo de’ Fiori, Trastevere, Monti o di San Lorenzo, zone dove da sempre i residenti si lamentano degli schiamazzi fino a tarda notte, delle risse, della difficoltà di trovare parcheggio e della sporcizia lasciata in strada dagli avventori dei locali. Bonaccorsi e Del Bello proposero anche di anticipare all’una di notte la chiusura di tutti i bar e i ristoranti, ma soprattutto posero l’attenzione sulla vendita senza freni di alcolici da parte dei minimarket, compresa quella ai minorenni. 


Dopo una lunga trattativa anche con i rappresentanti dei gestori, il Comune decise di focalizzare la sua azione contro i minimarket, anticipando la chiusura e di conseguenza l’orario di vendita di birre, vino e liquori. Proprio con un’ordinanza, firmata il 3 febbraio, che scadeva domenica scorsa e adesso rinnovata fino al 22 aprile.
Come detto, ieri, su spinta dell’assessore al Commercio Monica Lucarelli, Gualtieri ha prorogato l’atto con l’aggiunta del V e del VI Municipio. Di conseguenza riguarderà, da un lato, anche i quartieri di Tor Pignattara, Quadraro, Centocelle, Casilino, Tor Sapienza, Pigneto, Gordiani, Alessandrina, La Rustica, Tor Tre Teste e Casetta Mistica; e dall’altro, le zone di Tor Bella Monaca, Tor Vergata, Giardinetti, Borghesiana, Castelverde, Colle del Sole, Colle Aperto, Colle Monfortani, Colle Prenestino, Colle Regillo, Corcolle. Finocchio, Fosso San Giuliano, Giardini di Corcolle e Lunghezza. Sono stati i presidenti di questi due Municipi a premere su Lucarelli per inserire anche i loro territori nelle aree dove restringere l’attività dei minimarket. Al V, soprattutto, c’è da contrastare la cattiva malamovida che da tempo si registra in punti come il Pigneto, Centocelle o il Casilino, dove negli ultimi anni sono aumentati a dismisura i locali. Mentre a Tor Pignattara o a Tor Bella Monaca - dove è alta la presenza di comunità straniere - le forze dell’ordine sono spesso dovute intervenire per sedare risse o fermare soggetti poi accusati di ubriachezza molesta, senza dimenticare le ripercussioni sul traffico delle auto nelle vie più strette di questi quadranti.

La stretta

A Roma i negozi di vicinato che vendono alcolici, alimentari e detersivi sono oltre 2.500. Difficile censirli, anche se la maggior parte è di proprietà o gestita da stranieri. Dopo l’ordinanza del febbraio scorso, in tutta la città sono aumentati i controlli delle forze dell’ordine contro i minimarket per verificare il rispetto degli orari di chiusura, delle basilari norme sanitarie e del divieto di vendita di alcool ai minori. In quest’ottica, l’ultima operazione è di una settimana fa, quando tre negozietti sono stati chiusi dai Carabinieri di Tor Bella Monaca, con i militati che hanno sanzionato i titolari con multe in totale pari a 3800 euro. Nel primo caso il titolare, un 49enne nigeriano, e i suoi 6 dipendenti, 5 cittadini nigeriani e uno della Sierra Leone, sono stati sorpresi a lavorare senza mascherina. Stesso comportamento è stato riscontrato in un altro, dove il gestore, un 31enne bengalese, non utilizzava i Dpi. Stop per tre giorni, sempre nella stessa zona, a un minimarket di un nigeriano trovato senza Green Pass. Questa stretta è stata apprezzata dalle presidenti del I e del II Municipio e dalle associazioni dei cittadini, ma non è piaciuta alle comunità di stranieri presenti a Roma, come quella del Bangladesh.

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