Roma, l'anno orribile delle Metro A e B: allagamenti, guasti alle scale e passeggeri a piedi sui binari

La stazione Repubblica, chiusa per diversi mesi dopo il guasto alle scale mobili del 23 ottobre 2018
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 12:32
Il punto di non ritorno può essere facilmente individuato. Le conseguenze, invece, rimangono vive, lontane dall'essere risolte. Il periodo più buio nella storia delle metro A e B di Roma inizia il 23 ottobre 2018 e, a oggi, non è stato ancora superato.

La gara di Champions tra Roma e Cska Mosca, nonostante il netto successo dei giallorossi, non passerà alla storia per la sua importanza. A rimanere indelebili nella memoria saranno, piuttosto, le immagini dei tifosi russi che prima della sfida rimangono intrappolati tra le lamiere delle scale mobili, alla stazione Repubblica.

Le ricostruzioni a caldo parlano di intermperanze fra hooligans, ma presto vengono smentite dai video. I supporters scendono dalle rampe, che all'improvviso prendono velocità, accartocciandosi su se stesse e trasformandosi in letali tagliole. Il bilancio racconterà di 24 feriti, qualcuno in modo grave. La fermata verrà posta sotto sequestro: il risultato sono saracinesche abbassate per 246 giorni, fino allo scorso 25 giugno.



Un periodo lungissimo, contraddistinto dai disagi per i viaggiatori, dalle ingenti perdite dei commercianti e dai continui rinvii circa le possibilità di un repentino ritorno alla normalità. «I treni passano senza fermarsi» è il ritornello più gettonato nell'altoparlante.

Se è vero, inoltre, che Repubblica e Termini sono particolarmente vicine, rappresentando la distanza più breve tra due stazioni metro sulla rete romana, anche questo ultimo appiglio finirà per sgretolarsi nel giro di qualche mese. Da quel giorno, infatti, i guasti agli impanti diventano frequenti e i controlli più stringenti.

Emergeranno problemi strutturali, manutenzioni a singhiozzo e condizioni di sicurezza precarie. Barberini e Spagna si bloccheranno di continuo e in maniera alternata, poi su richiesta della Procura, verranno definitivamente chiuse: è il 23 marzo.

Le conseguenze sono facilmente intuibili: il centro rimane paralizzato. Spagna è off-limits per un mese e mezzo, tornando fruibile solo il 7 maggio. Per Barberini, invece, qualche spiraglio sembra schiudersi soltanto adesso, con la notizia di una riapertura parziale in programma dicembre, ma, paradosso, si potrà solo scendere.


Nemmeno se si trattasse della sceneggiatura di un film, nel giorno in cui l'Atac fa il grande annuncio, la Capitale vive l'ennesima odissea. La rottura di un convoglio a Cornelia, provoca per un'ora la chiusura del tratto Ottaviano -Battistini e la necessità di ricorrere alle navette sostitutive. Le operazioni, però, si complicano e nel trasporto i freni del mezzo guasto si surriscaldano.

Scatta l'allarme antincendio e, in un pomeriggio di passione, il fumo si diffonde rapido a Flaminio, Lepanto, Termini e Spagna, che, essendo quella messa peggio, viene evacuata. Le immagini della gente con sciarpe e fazzoletti davanti alla bocca, fanno il paio con quelle di Manzoni allagata nella scorsa settimana e Policlinico in tilt il 6 novembre. Quest'ultima è metro B, eppure la sostanza resta identica. 


Sfogliando a ritroso l'elenco dei disagi spunta il 13 settembre. Allora, un guasto all'impianto elettrico di Atac determinò il blocco delle corse tra San Paolo e Policlinicò, e numerosi passaggeri furono costretti a scendere dai vagoni per camminare a piedi lungo i binari, intrappolati tra Cavour e Circo Massimo. 

Non andò meglio il 28 ottobre. Il suicidio di un uomo, gettatosi contro un treno in corsa alla Garbatella, provocò la chiusura della tratta tra Castro Pretorio a Laurentina. Le foto delle code per le navette alla stazione Termini, rendono in maniera perfetta la misura di un disagio enorme. 

Esattamente due settimane prima, aveva messo i lucchetti ai cancelli Baldo degli Ubaldi. Il motivo? Un intervento programmato della durata di tre mesi, necessario per la manutenzione ad ascensori e scale mobili. L'operazione aveva precedentemente riguardato Cipro, che era rimasta aperta solo perché dotata anche di scale fisse.


Stessa sorte non toccherà a Cornelia, destinata alla chiusura per un trimestre, a partire da gennaio 2020. Il cerchio si chiude con i lavori sulla linea B tra Castro Pretorio e Laurentina: dal venerdì alle 21 alla domenica e fino a dicembre, metro bloccate e navette sostitutive. 
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