Roma, caos metro B1: niente treni. C'è l'ombra del sabotaggio

Disponibili solo tredici convogli su 37. La linea è stata chiusa dalle 6,30 alle 19,30

Roma, caos metro B1: niente treni. C'è l'ombra del sabotaggio
di Fernando Magliaro
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 18:55

Treni finiti: linea B1 ferma. L’annuncio arriva all’apertura del servizio, ieri mattina: causa carenza di materiale rotabile, la linea B1 (Bologna-Jonio) è rimasta chiusa fino al tardo pomeriggio. Chiusura alle 6.30 del mattino, riapertura alle 19.30. In più c’è il giallo del tornio sabotato. Inevitabile il caos dei bus sostitutivi: ne servirebbero 10/11 per sostituire, come capienza, un solo treno della metropolitana. 

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I NODI
Giungono così al pettine, inevitabilmente, i disastri dovuti alla mancata programmazione nello scorso quinquennio delle revisioni generali dei treni.

La storia è nota: sulle linee A e B/B1 della metro e sulla Roma-Lido di Ostia girano i treni Caf Ma300, in totale sono 51 convogli. Le norme sulla sicurezza ferroviaria obbligano il proprietario (il Comune di Roma) a fare una revisione generale dei treni quando questi raggiungono la percorrenza di un milione e 450mila km con un margine di tolleranza di 200 mila km in più o meno: quindi, semplificando, un treno può entrare in revisione quando raggiunge 1.250.000 km percorsi. Deve entrarci quando arriva a 1.450.000. Dovrà essere fermato se supera 1.650.000 km. Nel 2017 il Governo stanzia i fondi per le metro a Roma, 425 milioni di euro, 66 dei quali destinati a pagare le revisioni dei treni. Solo che il Comune riesce ad aggiudicare la gara solo a dicembre 2020 e per ogni revisione occorrono mediamente 4 mesi. Nel frattempo, alcuni dei treni in servizio avevano superato i 2 milioni di km. E per molti di essi non era stata fatta nemmeno la revisione parziale. Risultato, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (Ansfisa) ha dovuto imporre lo stop ai treni privi della revisione.

PATATRAC
Per cui, ieri, è bastato che si verificassero tre guasti “ordinari” che Atac si è ritrovata con soli 13 treni a disposizione. La scelta era avere tempi di attesa da treno regionale oppure chiudere la B1 e mantenere delle frequenze non eccezionali ma tutto sommato sostenibili. Arriviamo al giallo del tornio. Fra le operazioni da compiere nell’ambito delle procedure di manutenzione e revisione dei treni, c’è il controllo delle ruote dei convogli. Che viene fatto da uno speciale tornio, apparecchiatura delicata che serve a calibrare le ruote. Da quanto si apprende, tre giorni fa il tornio è stato sabotato. «Questa mattina - spiega l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patané - Atac presenterà denuncia all’Autorità giudiziaria. Tre giorni fa qualcuno ha sabotato il tornio. Il sospetto è che sia stato usato un oggetto pesante, forse un grande martello, per danneggiare l’apparecchiatura. Da due giorni il tornio, durante le ore notturne, è presidiato da guardie giurate e da ieri è tornato operativo».

Secondo i dati del Campidoglio, sui 37 treni che, su carta, compongono la flotta Atac in servizio sulla linea B/B1, tolti i 13 in servizio regolare, ce n’erano 19 fuori servizio per varie cause. Di questi 19: 9 sotto tornitura, 4 sotto manutenzione ordinaria, 4 fermi in attesa di revisione generale, 2 con la revisione appena completata ma in attesa di collaudo da parte di Ansfisa. Più due incidentati di vecchia data (uno del 2015) e tre con guasti ordinari. Un numero, questi 3, considerato assolutamente fisiologico, tant’è che su carta Atac dovrebbe garantire 4 treni di riserva per queste emergenze. La mancanza di convogli dovuta alla tardiva revisione generale ha azzerato la “panchina” dei treni e il risultato è stato, appunto, lo stop della B1. Dal Campidoglio precisano che i 9 convogli sotto tornio - ogni procedura di tornitura richiede da 3 a 4 giorni di tempo - erano sotto procedure di manutenzione ordinaria e non sotto quelle di revisione generale. 

LE POLEMICHE
E non è mancato il battibecco politico sullo stop alla linea. Attacca l’ex assessore ai Trasporti della Giunta Raggi, Linda Meleo (M5S): «L’assessore Patanè dovrebbe chiarire cosa sta succedendo e pensare a un programma sostenibile di manutenzione». Alla Meleo risponde il presidente della Commissione Mobilità, Giovanni Zannola (Pd): «I ritardi nelle mancate manutenzioni sono l’eredità della Giunta Raggi che ha lasciato Roma in ginocchio».

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