Roma, chiuso il mercato a Casalotti: folla e distanze non rispettate

Roma, chiuso il mercato a Casalotti: folla e distanze non rispettate
di Stefania Piras
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Giovedì 4 Giugno 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 07:42

È il primo mercato chiuso perché incompatibile con le regole anti Covid. In piazza Ormea, a Casalotti nel Municipio XIII, il mercato, che si tiene il lunedì e il venerdì, da domani non si svolgerà più: è stato sospeso d'urgenza e potrà riaprire solo se si riuscirà a disegnare una planimetria dei posteggi e dei relativi passaggi e soste dei clienti in linea con la normativa anti Covid e quindi è fondamentale che non si creino più gli assembramenti che erano scoppiati all'inizio della Fase due in quella piazza. Quando si dice che non bisogna abbassare la guardia, vuol dire che le norme per evitare concentrazioni di persone in pochi metri quadrati valgono ancora, soprattutto ora che il peggio sembra essere alle spalle.

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IL SOPRALLUOGO
Il primo sopralluogo dei vigili del Gruppo Aurelio si è svolto venerdì 22 maggio: c'erano già molte criticità. C'era un unico punto di accesso promiscuo: in sostanza si entrava dallo stesso varco da cui si poteva uscire. Gli ospedali, i primi presidi dove si è combattuto il coronavirus, hanno insegnato che si devono diversificare i percorsi di ingresso e di uscita. Non c'era distanziamento interpersonale: più persone ferme allo stesso banco. Quando il mercato era aperto con i soli banchi alimentari il problema non si era posto. Quando è partita la Fase due, quella in cui sono tornati a vendere su area pubblica anche i commercianti di articoli non di prima necessità come i vestiti, si erano create molte situazioni di assembramento. Molti avevano protestato anche sui social, questo è un post risalente proprio al primo giorno di controlli del 22 maggio: «Scusate, ma se sono ancora vietati gli assembramenti come si concilia il divieto con la calca che c'era oggi sulla piazza?».
Il secondo sopralluogo è avvenuto nella successiva giornata di mercato: il 25 maggio. Tutte le criticità riscontrate tre giorni prima persistevano. La relazione stilata poi dagli agenti si è rivelata impietosa: «Tutti gli operatori hanno posizionato i banchi attenendosi agli stalli assegnati e alle autorizzazioni rilasciate non prendendo in considerazione un distanziamento dei posteggi né tanto meno una turnazione tra operatori o una riduzione temporanea della superficie dei banchi e, in molti casi, aggiungendo a questi ultimi la superficie del furgone utilizzato come delimitazione dell'area». Non basta. La delimitazione dell'area mercatale, per altro, consisteva in un recinto sommario fatto con nastri di plastica bianchi e rossi legati ai furgoni parcheggiati. La frequentazione del mercato si è subito dimostrata altissima, gli ingressi non erano contingentati e quindi non controllati, non c'era segnaletica per terra che orientasse il percorso di entrata, visita e uscita mentre ci deve essere un unico senso di marcia, non c'era lo spazio che nella carreggiata va sempre riservato all'accesso dei mezzi di soccorso (4 metri per 3 e mezzo).

GLI OPERATORI
Gli operatori commerciali indossavano mascherine e guanti, avevano anche il gel per disinfettare le mani in bella vista ma la violazione delle norme sugli spazi ha comunque portato il Primo giugno i vigili, il Dipartimento Commercio e il Municipio a decidere per la sospensione immediata del mercato. Come se fosse il primo giorno di quarantena, come se il virus fosse ancora quello che uccide moltiplicando la sua violenza muovendosi a grandi falcate tra la folla. Il coronavirus è ancora così: non ci sono evidenze scientifiche che sia scomparso. Perciò un momento all'aria aperta, uno svago come può essere una passeggiata al mercato deve ancora essere praticato seguendo pedissequamente tutte le regole del distanziamento sociale.
Piazza Ormea rimarrà vuota, dunque, fin quando non si presenterà un progetto che applichi il rispetto dell'ordinanza regionale del 16 maggio scorso e «tutte le normative che garantiscono il distanziamento interpersonale e il contingentamento degli ingressi».

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