I residenti della Massimina vogliono bene al loro parco: «Ma il XII Municipio ignora la zona»

Due persone al Parco della Massimina, nella periferia ovest di Roma
di Laura Bogliolo
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 11:38

«Da settimane il piccolo anfiteatro del nostro parco è interdetto perché i parapedonali non sono in sicurezza e sono pericolosi per i bimbi: era ed è uno spazio vitale per noi residenti perché è l’unico parco fruibile nel quartiere». Fa quasi tenerezza l’affetto che provano i residenti di Massimina (XII Municipio), nella estrema periferia ovvst di Roma, vicino a Casale Lumbroso, oltre l’Aurelia e la Boccea, per il parco di via Vanni. «Ce ne è un altro - dice Bruna, residente - ma è inagibile, rifugio di sbandati e quindi nessuno osa entrarci». Nell’area di via Vanni, invece, dopo la scuola le mamme portano i bimbi a giocare. Ma da settimane la cavea, la piazzetta del parco, è inaccessibile per colpa di quei parapedonali che nessuno ripara. «Lunedì abbiamo partecipato alla commissione sul tema in Municipio - dice Arcangelo Picca, vicepresidente del comitato di quartiere “Cittadini Massimina” - non erano presenti gli assessori competenti e non era chiaro di chi fosse la competenza del piazzale, se del Comune o del Municipio». Una incertezza che ha fatto esplodere ancora di più la rabbia dei residenti che da anni attendono una riqualificazione della cavea. Ieri, l’assessore alle politiche ambientali dell’ente locale, Alessandro Galetti, spiegava: «Tutto il parco è di competenza del Dipartimento Ambiente del Comune».


Quell’anfiteatro ha un altro storico problema. «Quando piove si allaga e diventa una piscina, l’acqua non defluisce e praticamente lo spazio è inaccessibile» spiega Pietro Santonocita che cura la comunicazione del comitato di quartiere.

Insomma, anche se le competenze sembrano essere ormai chiare, gli interventi per la messa in sicurezza non ci sono ancora stati. Eppure proprio in quello spazio, prima che venisse costruito il parco, fece visita Giovanni Paolo II. «Ma neanche la memoria viene tutelata - dice Picca - la targa è stata distrutta più volte, noi l’abbiamo sistemata, ma ora ci sono solo pezzi di marmo accatastati in un angolo». Insomma, un altro fazzoletto di verde versa nel degrado e sembra essere stato dimenticato dall’amministrazione centrale. Ieri anche i cestini vicino all’area giochi dove c’erano tanti bimbi erano stracolmi di rifiuti. Per anni i cancelli venivano chiusi la sera da un anziano del quartiere che aveva a cuore il parco. «Ma non ce la faceva più - aggiunge il comitato - oggi a pensarci è il parroco della vicina chiesa Corpus Domini». Insomma, anche a Massimina domina il metodo del fai-da-te, anche se il parco dovrebbe essere gestito dal Comune. «Massimina rappresenta un esempio lampante di come i quartieri periferici siano rimasti esclusi dall’agenda di governo del Comune» commenta Giovanni Picone, capogruppo Lega nel XII che ha scritto una interrogazione sul parco. «Ho scoperto - dice - che a fine aprile l’amministrazione locale ha autorizzato un evento enogastronomico, ma come si potrà fare se la cavea è interdetta?». «Abbiamo chiesto al dipartimento Ambiente di poter sostituire noi i parapedonali - conclude Galletti - stiamo aspettando l’autorizzazione». 

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