«Da settimane il piccolo anfiteatro del nostro parco è interdetto perché i parapedonali non sono in sicurezza e sono pericolosi per i bimbi: era ed è uno spazio vitale per noi residenti perché è l’unico parco fruibile nel quartiere». Fa quasi tenerezza l’affetto che provano i residenti di Massimina (XII Municipio), nella estrema periferia ovvst di Roma, vicino a Casale Lumbroso, oltre l’Aurelia e la Boccea, per il parco di via Vanni. «Ce ne è un altro - dice Bruna, residente - ma è inagibile, rifugio di sbandati e quindi nessuno osa entrarci». Nell’area di via Vanni, invece, dopo la scuola le mamme portano i bimbi a giocare. Ma da settimane la cavea, la piazzetta del parco, è inaccessibile per colpa di quei parapedonali che nessuno ripara. «Lunedì abbiamo partecipato alla commissione sul tema in Municipio - dice Arcangelo Picca, vicepresidente del comitato di quartiere “Cittadini Massimina” - non erano presenti gli assessori competenti e non era chiaro di chi fosse la competenza del piazzale, se del Comune o del Municipio». Una incertezza che ha fatto esplodere ancora di più la rabbia dei residenti che da anni attendono una riqualificazione della cavea. Ieri, l’assessore alle politiche ambientali dell’ente locale, Alessandro Galetti, spiegava: «Tutto il parco è di competenza del Dipartimento Ambiente del Comune».
Quell’anfiteatro ha un altro storico problema. «Quando piove si allaga e diventa una piscina, l’acqua non defluisce e praticamente lo spazio è inaccessibile» spiega Pietro Santonocita che cura la comunicazione del comitato di quartiere.